Francia. Stiglitz, ”Macron è l’ultima chiamata per l’Europa”

Pubblicato il 6 Maggio 2017 - 15:27 OLTRE 6 MESI FA

Joseph

Joseph Stiglitz

Joseph Stiglitz

ROMA – Emmanuel Macron all’Eliseo “è l’ultima chiamata per l’Europa” e “l’ultima speranza di salvare l’euro”. Lo afferma, in un’intervista al Corriere della Sera, il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz, secondo cui se Macron non riuscirà a convincere la Germania ad accettare un equilibrio diverso, allora il peso della disoccupazione in Francia e in Italia non potrà che rafforzare nelle urne chi vuole mandare in frantumi la moneta

“Gran parte del mondo crede che quando un’economia è debole si debba darle degli stimoli, e quando il tasso di cambio è fisso, come nell’euro, ci sono due modi per fare degli aggiustamenti: attraverso svalutazioni interne operate attraverso la disoccupazione e la compressione dei salari – che non funzionano mai – oppure i Paesi più forti si impegnano a perseguire un’inflazione un po’ più alta”, spiega Stiglitz.

“La Germania, caso quasi unico al mondo, rifiuta gli stimoli e scarica l’onere delle correzioni sui Paesi deboli. Tutti gli altri, da almeno 75 anni, pensano che si debba fare all’opposto”. Se Macron non convincerà i tedeschi a cambiare strategia, “la sola cosa che li convincerà è la minaccia di una rottura dell’euro”, dice Stiglitz.

“La realtà è che sia l’Italia che la Francia non vanno molto bene. La disoccupazione resta altissima, specie fra i giovani”. E “se lasci indietro masse di persone in una società democratica, se scarichi su di loro tutto il peso degli squilibri dell’eurozona, la gente dice: basta, non funziona. Non è ricatto, sono realtà politiche in una società democratica. La Germania dovrebbe saperlo: è così che Hitler è andato al potere”.