Germania, pachistana uccisa dal padre: aveva fatto sesso

di redazione Blitz
Pubblicato il 2 Dicembre 2015 - 19:06 OLTRE 6 MESI FA
Germania, pachistana strangolata dal padre: aveva fatto sesso

Germania, pachistana strangolata dal padre: aveva fatto sesso

BERLINO – A 19 anni aveva una storia d’amore e aveva deciso di non aspettare: Lareeb Khan voleva fare l’amore con quel ragazzo e per questo si era anche procurata dei preservativi. E’ stata questa la sua “colpa” e insieme la sua condanna a morte. Perché Lareeb, ragazza tedesca di origine pachistana, è stata strangolata nel sonno dal padre e dalla madre, desiderosi di “pulire” la macchia che la figlia aveva provocato alla famiglia con il suo comportamento sconveniente. Scrive Tonia Mastrobuoni su La Stampa:

La colpa di Lareeb Khan, diciannovenne di origine pachistana, è stata quella di essersi lasciata andare ad una storia d’amore prima del matrimonio. Nulla di scandaloso, di solito, se si vive in Germania. Ma per la sua famiglia, la ragazza si è macchiata di un peccato mortale, come ha confessato il padre. Quando ha saputo che la figlia aveva persino rubato dei preservativi, pur di non rischiare l’espulsione dalla setta islamica Ahmadiyya cui appartiene insieme alla moglie, ha condannato la figlia a morte. L’ha strangolata nel sonno, con la complicità della moglie.

Pazienza se la coppia vive da vent’anni in Germania, dove ha cresciuto anche la figlia: la paura di venire allontanati dalla comunità chiusissima cui appartengono i Khan (vietata dagli anni Settanta in Pakistan e in molti altri Paesi musulmani) li ha spinti al folle gesto. Ieri il tribunale di Darmstadt li ha condannati all’ergastolo. Sarebbe un «passo indietro» per la nostra «società progredita» se un furto di preservativi venisse riconosciuto come attenuante per un omicidio, ha sentenziato il giudice tedesco. Aggiungendo, tuttavia, che va riconosciuta la difficoltà della famiglia a vivere «in una società parallela» come quella di Ahmadyyia, con un sistema di valori completamente diverso. Che non può essere considerato certo un aggravante, ma neanche un attentuante, come ha tentato di dimostrare la difesa. Che ha immediatamante fatto sapere che correrà in appello.