Lavoratori inglesi più pigri dei migranti? L’equazione non vale più…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Maggio 2017 - 06:15 OLTRE 6 MESI FA
Lavoratori inglesi più pigri dei migranti? L'equazione non vale più...

Lavoratori inglesi più pigri dei migranti? L’equazione non vale più…

LONDRA – Che i lavoratori britannici siano pigri rispetto agli europei dell’Est è un’accusa “infondata”, secondo un nuovo studio in cui emerge che la “forte etica del lavoro” degli immigrati, in realtà è svanita dopo soli due anni.
Da allora, scrive il Daily Mail, i lavoratori stranieri prendono giorni di malattia esattamente come i britannici. Di conseguenza, i lavoratori britannici potrebbero perdere il posto di lavoro poiché la loro nazionalità non è associata al duro lavoro, dichiarano i ricercatori dell’University of Bath.

Dopo Brexit, i ministri sono stati esortati a mettere in atto delle politiche per staccare le imprese dal lavoro estero a basso costo. I datori di lavoro, da parte loro, hanno avvertito che alcuni settori dell’economia, come l’edilizia, l’agricoltura e l’orticoltura, dipendono fortemente dai lavoratori dell’UE e potrebbero iniziare una battaglia se dovesse diminuire l’offerta di lavoro.

Le associazioni, sostengono che lo studio dimostra che i lavoratori del Regno Unito sono diligenti quanto gli europei dell’Est. Le ricerche, condotte per la prima volta, hanno scoperto che i lavoratori della Polonia e di sette altri paesi dell’Europa orientale che hanno aderito all’UE nel 2004, avevano tre volte in meno di probabilità di assentarsi dal lavoro, rispetto ai britannici. Gli economisti fanno corrispondere la frequenza al lavoro con l’etica del lavoro.

Il rapporto suggerisce che gli sforzi supplementari messi in atto dai lavoratori migranti sono mirati a “segnalare il loro valore” ai datori di lavoro, compensando in questo modo la limitata conoscenza della lingua inglese e ottenere salari più elevati rispetto al loro Paese. Chris Dawson, docente di economia aziendale all’University of Bath, ha dichiarato:

“Questo è il primo studio che prova concretamente l’esistenza dell’etica del lavoro migrante e mostra che la diffusa opinione che i lavoratori britannici siano pigri rispetto ai migranti è erronea. I migranti lavorano parecchio sodo, ma solo temporaneamente, per compensare le sfide che affrontano prima di entrare nel mercato del lavoro in Gran Bretagna”.

Lo studio ha preso in esame 113.804 persone, di cui 1.396 lavoratori provenienti dai paesi dell’ex blocco sovietico, ossia Polonia, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Slovacchia e Slovenia. Alp Mehmet, vicepresidente del think-tank Migrationwatch, che propone un’immigrazione equilibrata, ha dichiarato:

“È una falsità che i lavoratori britannici siano meno impegnati o diligenti rispetto alle altre nazionalità. Semmai il contrario. Ma le aziende spesso la usano come alibi per avere accesso al lavoro a basso costo”.

Alcune stime recenti, hanno dimostrato che il Gran Bretagna la produzione impiega circa 332.000 cittadini dell’UE, 508.000 al commercio all’ingrosso e al minuto. I capi di Pret A Manger, a marzo hanno dichiarato a una commissione della Camera dei Lord che su 50 candidati per lavori alla catena di produzione, soltanto uno è britannico.