Da uomo a donna e viceversa, cambio genere: le storie di Lauren-Lucas e Mark-Stephy

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Gennaio 2018 - 07:15 OLTRE 6 MESI FA
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Nelle due foto, a destra Mark, a sinistra come è oggi, Stephy

LONDRA –  In che modo una mamma affronta il cambio di sesso di una figlia? In “Trasformation Street”, un documentario in onda nel Regno Unito, Karen Parker, 52 anni, racconta il dolore per aver “perso” Lauren e l’amore che prova per Lucas.

Sul comodino, la Parker ha una foto di sua figlia, Lauren: adorabile bambina, sorridente, indossa un bel vestito e una calzamaglia in occasione delle feste di Natale.  È l’ultima cosa che vede Karen prima di addormentarsi e un commovente ricordo della bambina che ormai ha cambiato sesso: al suo posto ora c’è un ventunenne di nome Lucas, voce profonda, peluria sul viso e imponenti pettorali.

Tre anni fa Lauren rivelò a sua madre che sentiva di essere intrappolata nel corpo sbagliato e da quel momento avrebbe vissuto come un uomo.  È stato il primo passo di un viaggio che, attraverso il trattamento ormonale, è culminato otto mesi fa nel momento in cui Lucas ha rimosso chirurgicamente il seno; una scelta emotivamente straziante per madre e figlio.

Per Karen è stato molto difficile affrontare il dolore, tutt’oggi presente, per aver “perso” la figlia. E’ stata dura anche per Lucas: “Dire addio alla mamma mentre entravo in sala operatoria per rimuovere il seno è stato difficile, sapevo che avrebbe salutato Lauren per sempre”.

“Le ho scritto una cartolina mentre ero in sala operatoria dicendole di essere orgogliosa di lei. È incredibile avere una mamma che accetti, sapevo che c’erano persone molto sole nella sala d’attesa. Tutti in famiglia hanno faticato ad abituarsi e abbiamo ancora dei problemi. Sto soffrendo per una figlia, ma accolgo un nuovo figlio. Non è sempre stato facile, ma alla fine si tratta di amore: Lucas è mio figlio e non lo abbandonerei mai”.

Dopo nove mesi Lucas, che ha una relazione con una donna, sostiene di essere felice come mai lo è stato nella vita; il passo successivo sarà quello di decidere se sottoporsi a un intervento chirurgico di conferma di genere, nel quale ricostruire i genitali maschili. È una questione complessa ma Lucas non ha fretta. “Ora non mi preoccupo di come mi vedono gli altri e, dunque, sto bene”.

Quella di Karen e Lucas è una delle tante storie presentate in una serie di documentari in cui, nel corso di un anno, le telecamere britanniche per la prima volta sono entrate in una clinica privata, la London Transgender Surgery, specializzata nel sostegno di chi ritiene sia nato nel corpo sbagliato, scrive il Daily Mail.

Quello della chirurgia per cambio di sesso è un settore in crescita: sia nel servizio sanitario nazionale che privatamente il numero di persone che cercano di cambiare sesso, negli ultimi 5 anni è raddoppiato. Attualmente si stima che in tutta la Gran Bretagna 130.000 persone avvertano la necessità e il desiderio di cambiare genere.

Con i tempi di attesa per la chirurgia transgender, per quanto riguarda il SSN si parla di circa due anni e mezzo, molti scelgono scelgono di sottoporsi privatamente a un trattamento.

La London Transgender Surgery, fondata dieci anni fa, offre procedure chirurgiche insieme a trattamenti ormonali, voice coaching e perfino lezioni di trucco. Nel corso degli anni, nella clinica sono arrivate persone di ogni ceto sociale, dai vigili del fuoco e militari, commessi e impiegati.

Christopher Inglefield, chirurgo plastico e fondatore della clinica afferma che “i pazienti vengono da noi dopo aver preso una decisione consapevole rispetto al cambio di genere ed è una decisione importante. È una grande responsabilità, perché è nostro compito dare ai pazienti la vita che hanno scelto”.

Decisione che, nell’arco di numerosi mesi, può comportare molteplici trattamenti e interventi chirurgici: dall’aumento del seno o alla rimozione, fino alla definitiva operazione di passaggio di genere.

La chirurgia per la femminilizzazione del volto, raramente disponibile nel SSN, prevede che naso e mento siano meno maschili e ha un costo compreso tra le 6.000 e 20.000 sterline; è tra gli interventi più richiesti dai pazienti che diventano donne. “Non cambiamo solo il volto. Si tratta fare in modo che le persone vivano come si sentono meglio”, dice Inglefield.

Il documentario rivela anche le drammatiche lotte sostenute dai pazienti: Emma, commessa di 52 anni, ha cambiato genere da sette anni e ha vissuto la maggior parte della sua esistenza negando le sue emozioni. Rivela che per questo non ha mai avuto una relazione ed è ancora vergine.

Stephy, 50 anni, oggi è una bionda attraente ma fino a tre anni fa era Mark: un pompiere dai capelli brizzolati, sposato da 22 anni con due figli adulti. Eppure, ha sempre lottato contro la convinzione di essere donna; solo una crisi di nervi ha portato Stephy a riconoscere che doveva cambiare genere. Una decisione che come prezzo ha richiesto l‘allontanamento da casa, dalla moglie e dai figli che hanno interrotto ogni contatto.

Stephy sta frequentando la clinica per sottoporsi a un intervento al viso e piange quando descrive il pesante prezzo pagato per diventare quello che crede sia il suo vero sé. “Non l’ho scelto”, dice in lacrime. “Ma a volte nella vita non abbiamo scelta”.