Vaccini, sei Paesi della Ue guardano fuori dall’Europa: “Non faremo affidamento su Bruxelles per le forniture”

di Caterina Galloni
Pubblicato il 7 Marzo 2021 - 15:00 OLTRE 6 MESI FA
Vaccini, sei Paesi della Ue guardano fuori dall'Europa

Vaccini, sei Paesi della Ue guardano fuori dall’Europa: “Non faremo affidamento su Bruxelles per le forniture” (foto ANSA)

Sei paesi dell’Unione Europea hanno deciso di non aspettare Bruxelles e si stanno muovendo per conto proprio per le forniture dei vaccini.

A dare il via alla “fuga” è stato il cancelliere austriaco Sebastian Kurz che ha accusato l’EMA di essere “troppo lenta” nell’approvazione dei vaccini. “In futuro per quanto riguarda i vaccini non dipenderemo dall’UE”.  

Vaccini, chi sono i Paesi Ue in cerca di fornitura

Anche altri cinque paesi – Danimarca, Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca – hanno annunciato dei piani per muoversi da soli.

Il primo ministro danese Mette Frederiksen ha rivelato di voler fare in modo che le dosi rimanenti dell’Israele compensino le carenze del programma dell’UE.

Al leader ungherese Viktor Orban è stato persino somministrato il vaccino Sinopharm di fabbricazione cinese, non ancora approvato dall’EMA.

Un altro segnale di spaccatura: il premier ceco Andrej Babis ha avuto dei colloqui con Xi Jinping per l’acquisto del vaccino cinese.

Anche la Svezia vuole unirsi all’ammutinamento

L’europarlamentare svedese Charlie Weimers ha detto che il suo paese dovrebbe essere il prossimo ad unirsi all'”ammutinamento”.

Al Sun ha dichiarato: “Da parte dell’UE, sui vaccini c’è stata una serie di inversioni a U, arroganza e incompetenza. Paesi come Austria, Danimarca, Slovacchia e Polonia ne hanno abbastanza dei tentennamenti dell’UE e hanno iniziato ad acquistare i vaccini per conto loro. In Svezia i partiti dell’opposizione vorrebbero muoversi in questo senso ma il governo sembra voler seguire Bruxelles. Questa debacle del vaccino ha inferto un duro colpo all’ambizione dell’UE di diventare un sostituto superiore dello stato nazionale e rispetto alle reazioni alla crisi degli altri paesi, ne ha ulteriormente offuscato la reputazione”.