Aereo Milano, le vittime: Raphael, 18 mesi, morto dopo il battesimo, il miliardario rumeno, il manager italiano

Sono due i nuclei familiari coinvolti nell’incidente aereo avvenuto a San Donato Milanese (Milano) con due vittime italiane: Filippo Nascimbene, 33 anni di origini pavesi ma residente a Milano, e il figlio Raphael, nato nel capoluogo lombardo nel 2020.

Madre di Raphael e moglie di Nascimbene è Claire Stephanie Caroline Alexandrescou, 34 anni, nata in Francia. Era sull’aereo con sua madre Miruna Anca Wanda Lozinschi, romena di 65 anni con cittadinanza francese.

L’altra famiglia coinvolta è quella dei Petrescu. Il padre Dan, 68 anni, il figlio Dan Stefan, 30 anni, entrambi con doppia nazionalità romena e tedesca, e la moglie Regina Dorotea Petrescu Balzat, 65 anni. L’ottava vittima è Julien Brossard, 36 anni, amico canadese di Dan Stefan Petrescu. La Polizia ha precisato che queste sono le otto plausibili vittime. Manca infatti l’ufficialità derivata dalle comparazioni dei profili genetici. Manca anche una lista passeggeri ufficiale. 

Aereo Milano, lo schianto subito dopo il battesimo del piccolo Raphael

Lo schianto di Linate è avvenuto subito dopo il battesimo del piccolo Raphael di 18 mesi. Il piccolo è morto con papà Filippo e mamma Claire. Questa famiglia giovane abitava a Milano. Filippo era un manager che lavorava alla StartHub Consulting in zona Maciachini, nel grande centro uffici moderno e colorato nelle zona ovest della città. La moglie attualmente faceva la mamma, Raphael era ancora troppo piccolo per essere affidato ad altri. 

Tra le vittime il miliardario rumeno Dan Petrescu

Era considerato l’uomo più ricco e altrettanto invisibile della Romania, un imprenditore dal patrimonio miliardario ma con uno stile di vita che si concedeva pochi lussi.

Dan Petrescu aveva l’aereo privato tra i suoi pochi lussi. Lo pilotava da solo e il decollo dall’aeroporto di Linate alle 13.04 è stato l’ultimo: dopo 3 minuti di volo è precipitato contro una palazzina a San Donato Milanese e con lui sono morti anche suo figlio e sua moglie.

Petrescu era partito da Bucarest giovedì scorso a bordo del suo Pilatus PC12, monomotore a turboelica che può ospitare 8 passeggeri che aveva comprato nel 2015 assieme a un altro dei suoi soci, Vova Cohn, ex azionista della squadra di calcio della Dinamo Bucarest.

Aveva poi partecipato al battesimo del piccolo bambino, figlio di amici di suo figlio Dan Stefan, 30 anni, ricercatore in Canada e nato a Monaco di Baviera, dove la famiglia Petrescu si era rifugiata per scappare dal regime comunista di Nicolae Ceausescu.

Tornato in patria dopo il 1989, aveva iniziato a investire nel mercato automobilistico e soprattutto in quello immobiliare. Aveva vaste aree e numerosi edifici che iniziò a vendere alle grandi catene commerciali come Metro e Real, accumulando un patrimonio stimato in 3 miliardi di euro, al punto che il suo amico Tiriac lo ha spesso definito “l’uomo più ricco della Romania”.

“Miliardario ombra” un’altra delle definizioni dei media romeni, che lo descrivono come un uomo d’affari riservato, schivo e molto poco amante dei riflettori. Tra le sue tante proprietà c’è anche una villa in Sardegna, dove lo attendeva la madre 98enne. Ma il suo aereo a Olbia non è mai arrivato.

(Video Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev)

 

 

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