Ancona, incinta e non vaccinata: donna ricoverata in rianimazione per una polmonite da Covid

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Gennaio 2022 - 20:48 OLTRE 6 MESI FA
Ancona, incinta e non vaccinata: donna ricoverata in rianimazione per una polmonite da Covid

Ancona, incinta e non vaccinata: donna ricoverata in rianimazione per una polmonite da Covid (foto Ansa)

Una donna giunta quasi alla 33esima settimana di gravidanza, è ricoverata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Salesi di Ancona in seguito ad una polmonite da Covid. Lo si apprende da fonti ospedaliere.

Ancona, donna non vaccinata e incinta si prende il Covid e finisce in ospedale

Il ricovero è avvenuto nella giornata di lunedì. La donna, non vaccinata contro il virus, è in ventilazione non invasiva. Ad oggi al Salesi sono 11 i posti letto occupati da pazienti Covid: oltre alla gestante in Rianimazione, ci sono altri due ricoveri nella Clinica Ostetrico – Ginecologica, quattro in Pediatria e quattro in Malattie Infettive. Otto i bambini ricoverati, di cui 4 nei reparti ordinari e 4 in semintensiva, nessuno grave, e tre donne.

Ancona, gli ospedali sono sotto pressione a causa del Covid

“L’ospedale è, ormai dalla seconda metà di dicembre, sotto pressione – dichiara il primario della struttura complessa di Anestesia e Rianimazione Pediatrica del Salesi, Alessandro Simonini – perché sia la complessa gestione dei percorsi Covid, soprattutto nel Blocco Operatorio, sia le numerose assenze di medici e infermieri legate alla pandemia (infezione e quarantene) impongono al personale sanitario turni di lavoro massacranti e in molti, compreso il sottoscritto, lavoriamo per dodici ore consecutive anche per diversi giorni nella settimana.

Inoltre le numerose assenze ‘improvvise’ costringono ad una continua modifica dei turni di servizio impedendo il recupero e non consentendo la pianificazione della vita privata.

Abbiamo voluto evitare la sospensione dell’attività chirurgica – spiega -, come invece è avvenuto durante la prima ondata pandemica, per garantire le cure a tutti coloro che ne hanno necessità. Questo però comporta un carico di lavoro che non è sostenibile nel lungo periodo”.