Andrea Loris Stival, Veronica Panarello tentò suicidio con fascetta di plastica

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Dicembre 2014 - 10:10 OLTRE 6 MESI FA
Andrea Loris Stival, Veronica Panarello tentò suicidio con fascetta di plastica

Andrea Loris Stival, Veronica Panarello tentò suicidio con fascetta di plastica

RAGUSA – Veronica Panarello tentò il suicidio con una fascetta da elettricista. Un tentativo di togliersi la vita dettato dalle insicurezze della sua giovane età, scrive Giusi Fasano sul Corriere della Sera. Un dettaglio, quello della fascetta, che alla luce dell’omicidio del piccolo Andrea Loris Stival diventa importante.

Andrea è stato strangolato con una fascetta da elettricista, dice il referto dell’autopsia. E aveva segni evidenti sui polsi, segni che fanno pensare che il piccolo, nel giorno della sua morte il 29 novembre, fosse stato legato. L’omicidio di Andrea assume sempre più i contorni di un intricato giallo: le bugie della mamma, quei 6 minuti di troppo al Vecchio Mulino, le fascette riconsegnate alle maestre e ora il tentativo di suicidio di mamma Veronica proprio con una fascetta da elettricista.

La Fasano sul Corriere scrive:

“Anni fa, quando tentò di uccidersi per la prima volta, Veronica Panarello cercò di farlo con una fascetta da elettricista. Era poco più che una ragazzina, tormentata da un’infelicità perenne e mille insicurezze che avevano a che fare in buona parte con il rapporto conflittuale fra lei e sua madre.

Oggi quel dettaglio del tentato suicidio – la fascetta – sembra quasi un particolare da libro giallo e, com’è ovvio, è diventato importante per l’inchiesta. Perché certo non può sfuggire la strana coincidenza di una madre che vuole togliersi la vita in quel modo e di suo figlio che, a distanza di anni, viene ritrovato morto in un canale ucciso «verosimilmente» proprio da una fascetta da elettricista, come dice l’autopsia”.

E le fascette nell’inchiesta per l’omicidio di Loris continuano ad essere le protagoniste, forse la chiave per svelare il giallo della sua morte:

“Perché è sempre sulle fascette che l’inchiesta per l’omicidio di Loris ha registrato nei giorni scorsi un altro passaggio ritenuto «un po’ strano». E cioè la consegna di un mazzo di quegli stessi lacci plastificati alle maestre che erano andate a trovarla per le condoglianze.

«Queste le aveva Loris per il compito di scienze. Saranno della scuola, ve le restituisco» ha detto Veronica alle insegnanti. Ma a nessuna maestra verrebbe mai in mente di utilizzare fasce come quelle, potenzialmente pericolose per i bambini. Così quel sacchetto è passato dalle mani di Veronica a quelle della polizia che ritiene compatibili le fascette consegnate con quella (mai trovata) che sarebbe stata usata per strangolare Loris”.

Veronica Panarello si dice innocente, difesa anche dal marito Davide Stival. La mamma di Loris prima si sfoga gridando dal balcone ai cronisti che la assediano:

“Sono innocente, ho detto la verità”.

Poi affida a Francesco Villardita, il suo legale, la sua dichiarazione:

“Sono offesa da chi diffonde sul mio conto informazioni false. Mi hanno già processata e condannata. Ma io sono innocente e ho detto la verità. L’ho detto e lo ripeto: quella mattina ho portato Loris a scuola. E confermo anche il tragitto che ho spiegato di aver fatto, la vigilessa mi ha vista, chiedete a lei”.

Sul dettaglio delle fascette Veronica fornisce la sua versione, scrive la Fasano:

“Sulla storia delle fascette conferma invece che «ne ho parlato io stessa alle maestre. E quando mi hanno detto che non erano della scuola sono stata io a chiedere di chiamare la polizia perché potevano essere utili per le indagini»”.

E anche per quei 6 minuti di troppo in cui Veronica è passata vicino al Vecchio Mulino, ripresa da una telecamera ad appena 50 metri da dove il corpo del figlioletto è stato trovato privo di vita, ci sarebbe una spiegazione:

“«Quale mistero?», se la prende lei, «sono stata io ad avvisare la polizia di essere passata in quel punto, ma era per buttare via la spazzatura perché lì ci sono i cassonetti. E loro lo sanno che è andata così e che non è una sorpresa, anche perché abbiamo fatto due sopralluoghi assieme passando proprio da quel punto»”.

Veronica Panarello, sottolinea Francesco Viviano su Repubblica la mattina del 7 dicembre, non è ancora indagata, ma sono troppi i particolari e le spiegazioni date che non convincono, a partire proprio da quei 6 minuti:

“E questo, secondo chi indaga, potrebbe essere stato il tempo utile per disfarsi del corpo del piccolo Loris, per buttarlo nel canalone del Vecchio Mulino e poi proseguire verso Donnafugata.

Sarà così? La Procura e gli investigatori ormai puntano su questa pista, anche se non hanno certezze. Veronica Panarello non è ancora indagata, ma viene continuamente prelevata a casa e portata in questura per essere interrogata, e accompagnata lungo i percorsi che avrebbe fatto per accompagnare a scuola i suoi bambini, dove però Loris, nonostante le decine e decine di telecamere sparse in tutto il paese e anche vicino alla scuola (quelle che sono posizionate davanti al plesso scolastico però non erano funzionanti ndr) non è stato mai inquadrato.

«La signora Panarello — dice l’avvocato Francesco Villardita — non ha mai nascosto nulla, anzi ha collaborato con gli inquirenti e tutta la famiglia è solidale con lei, e chiede “chi sa parli”». E suo marito aggiunge: «Veronica è una mamma speciale, non infangate il suo nome. Abbiamo già tanto dolore»”.

(Foto Ansa)