Andrea Loris Stival, fascette restituite dalla madre compatibili con omicidio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Dicembre 2014 - 13:13 OLTRE 6 MESI FA
Andrea Loris Stival, fascette consegnate da madre compatibili con arma delitto

Andrea Loris Stival, fascette consegnate da madre compatibili con arma delitto

ROMA – Le fascette elettriche consegnate da mamma Veronica Panarello alle maestre dopo l’omicidio sono compatibili con quelle che hanno ucciso il piccolo Andrea Loris Stival lo scorso 29 novembre.

Le fascette sono solo l’ennesimo giallo sulla morte del piccolo Loris: tra le bugie di mamma Veronica, quel sacchetto della spazzatura non trovato e un passato di violenze che non si riesce a ricostruire.

“FASCETTE COMPATIBILI” – I primi accertamenti effettuati dalla Scientifica e dal medico legale farebbero ritenere le fascette di plastica compatibili con i segni trovati sul collo di Loris. Il responso però non è ancora definitivo perché esami sono in corso per avere un esito certo e definitivo.

LA CONSEGNA DELLE FASCETTE – Le fascette di plastica, secondo quanto confermato anche dal dirigente scolastico della Falcone-Borsellino Giovanna Campo, sarebbero state consegnate alle due mastre del piccolo nel pomeriggio di lunedì 1° dicembre, quando si sono recate a trovarla a casa per farle le condoglianze.

Secondo questa ricostruzione, le insegnanti si sarebbero sorprese perché non avevano richiesto mai l’utilizzo di fascette di plastica per esperimenti scolastici, ritenendole pericolose. Per questo hanno successivamente informato gli investigatori, consegnando loro tutto il materiale che avevano ricevuto dalla mamma di Loris.

“SIAMO RIMASTE SORPRESE” – Teresa Iacona,la maestra di Loris, ha confermato la ricostruzione del preside e spiegato:

“Il papà di Loris, su pressioni della mamma, ci ha dato una confezione, aperta, di fascette di plastica bianche, sostenendo che sarebbero dovute servire al bambino nei lavori in classe proprio il giorno in cui era scomparso”.

Le maestre si sono dette sorprese:

“Noi  siamo rimaste sorprese perché non avevamo mai chiesto di portarle, perché sono pericolose, e non era previsto il loro utilizzo a scuola. La mia collega ha chiamato la polizia e successivamente le abbiamo consegnate in Questura. Nessuno mai a scuola ha chiesto fascette per esperimenti”.

E hanno aggiunto:

“Mentre parlavamo con la madre ci ha detto che c’erano queste fascette che a suo dire noi avevamo chiesto di comprare per fare esperimenti, era una confezione aperta. E’ stata la madre a sollecitare il padre dicendogli: ‘valle a prendere’. Lui le ha portate e noi ci siamo molto sorprese, meravigliate, non avevamo mai chiesto una cosa del genere, per questo abbiamo deciso di informare gli investigatori. E’ importante fare chiarezza perché a scuola materiale pericoloso non è mai entrato”.