I prof universitari e quegli articoli scientifici su “Yachtman” o “Etruria Oggi”

Pubblicato il 24 Settembre 2012 - 11:33 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Può un articolo di un professore universitario essere considerato “scientifico” se a pubblicarlo è Yachtman Capital? Ovvero un periodico la cui copertina, per esempio, può essere dedicata a un’intervista a Flavio Briatore? O Etruria Oggi o, ancora, il mensile dei catechisti? Secondo le ultime direttive dell’Anvur, ovvero l’ente voluto dall’ex ministro Gelmini per valutare la qualità dell’università, sì.

Ovviamente un docente può scrivere articoli per qualsiasi rivista o quotidiano. Ma per essere considerato un contributo “scientifico”, e quindi rientrare a pieno titolo nel curriculum, l’articolo deve essere pubblicato da una rivista a carattere scientifico. Questione non secondaria: sulla base di queste pubblicazioni le università hanno distribuito denaro ai dipartimenti. Denaro pubblico, ovviamente, quando si tratta di atenei statali.

Quando l’Anvur ha pubblicato l’elenco dedicato alle riviste per i “settori non bibliometrici” (ovvero scienze umane e sociali), poche settimane fa, il mondo accademico si è rivoltato sul web. Già, perché nella lista ci sono anche periodici come “Etruria Oggi, “Alternative per il socialismo”, “Evangelizzare, mensile per animatori di catechesi”, “Rivista per il clero italiano”, Il Sole 24 Ore, Airone, Il Mattino di Padova, Suinicoltura…

Peccato che l’elenco di riviste sia in contrasto con la definizione di rivista scientifica data dallo stesso Anvur:

La descrizione della rivista o la politica editoriale prevedono esplicitamente il riferimento alla natura scientifica e alla pubblicazione di risultati originali / esiste un comitato scientifico della rivista / il comitato editoriale ha una composizione in cui la componente accademica è rilevante e/o il direttore della rivista ha affiliazione accademica […] [e in ogni caso] sono stati in linea di massima esclusi: – quotidiani – settimanali – periodici di cultura, politica, attualità, costume – periodici di recensioni – riviste di divulgazione scientifica – riviste di taglio esclusivamente professionale e di aggiornamento – riviste di associazioni di categoria, ordini e associazioni professionali, enti pubblici nazionali e locali, istituzioni pubbliche non scientifiche di varia natura – riviste espressione di formazioni politiche, sindacali, religiose – “house organ” aziendali – bollettini, newsletter – riviste promozionali.

Andrea Graziosi, uno degli esperti dell’Anvur, ha difeso il suo lavoro: “Facile fare dell’ironia, ma c’è da piangere. Quel che vedete è quanto è stato immesso per anni da tantissimi professori e ricercatori italiani delle scienze umane e sociali nelle banche dati del Cineca, anzi la sua parte migliore (per questo c’è da piangere ancora di più). Almeno per l’area 11, quella di cui rispondo, le Società e il Gruppo di Lavoro hanno infatti ripulito le liste, e credo che abbiano tagliato quasi il 50% delle “riviste” su cui dicono di aver pubblicato. Aggiungo che sulla base di queste pubblicazioni molte università hanno distribuito i soldi ai dipartimenti per anni”.