Caso Claps: la mamma di Cristina Golinucci chiede perquisizione di un convento.

Pubblicato il 20 Marzo 2010 - 12:13 OLTRE 6 MESI FA

Cristina Golinucci

Il ritrovamento del corpo di Elisa Claps, la giovane scomparsa nel 1993 ed uccisa a Potenza, riporta l’attenzione sugli altri casi di persone scomparse da anni.  Una storia che ha molti aspetti in comune con quella della Claps è la vicenda di Cristina Golinucci. 

Ne riparla a distanza di anni Marisa Golinucci Degli Angeli, madre della rgazza di 21 anni di Ronta di Cesena scomparsa l’1 settembre ’92, dopo essere uscita da casa per andare al convento dei cappuccini della citta’ dove aveva appuntamento con il proprio confessore, padre Lino. All’appuntamento la ragazza non arrivò mai.

Spiega la signora Marisa:  ”Il cadavere di Elisa è stato ritrovato in una chiesa, mia figlia invece è scomparsa davanti a un convento. Sono convinta che proprio lì, dai cappuccini, ci sia la tomba di Cristina. Vorrei tanto che fossero fatti nuovi controlli con tecnologie sofisticate, per le indagini si è perso troppo tempo suffragando l’idea della fuga volontaria”.

“Con i Claps siamo molto uniti – ha detto la mamma di Cristina (il padre Giovanni è mortonel 2001) al Resto del Carlino – Insieme nel 2002 abbiamo fondato Penelope, associazione che tutela le famiglie delle persone scomparse. Ho confessato a Filomena (la mamma della ragazza di Potenza, ndr) che vorrei essere nei suoi panni e avere un luogo dove poter piangere mia figlia”.

La Fiat 500 azzurra di Cristina fu ritrovata davanti al convento; la madre, il giorno dopo, andò a parlare con il frate, che le disse di non aver notato nulla. La scomparsa della giovane romagnola fu associata – ma non furono trovate prove – a un senegalese, a quell’epoca ospite proprio dei cappuccini, che fu anche condannato dal tribunale di Forlì per lo stupro di una ragazza cesenate e, a fine pena, fece perdere le proprie tracce.

La Procura di Forlì forlivese ha aperto un’inchiesta, nel ’97 le indagini vennero riavviate e il 12 agosto di quell’anno il convento fu perquisito, ma senza esito. Polizia e carabinieri controllarono le cantine, le cripte, con la collaborazione dei vigili del fuoco di Bologna, i due pozzi e le cisterne per la raccolta dell’ acqua piovana, ma non furono trovati indizi utili per le indagini.