Educazione civica torna in pagella. Ma non ci saranno né l’ora né il prof

di Lucio Fero
Pubblicato il 19 Aprile 2019 - 09:30 OLTRE 6 MESI FA
Educazione civica torna a scuola in pagella. Ma non ci saranno né l'ora né il prof

Educazione civica torna in pagella. Ma non ci saranno né l’ora né il prof (foto Ansa)

ROMA – Educazione civica torna in pagella, dall’anno prossimo, anzi dal prossimo anno scolastico. Quindi a settembre, quando scuola riapre, ci sarà in orario anche l’ora di educazione civica? sarebbe logico pensarlo, visto che ci sarà il voto in pagella in educazione civica. Ma la logica da molto tempo ha divorziato dalla legislazione e soprattutto dal legiferare. Ragion per cui al governo hanno pensato di che il ritorno dell’educazione civica a scuola dovesse essere molto francescano, insomma non valesse la spesa di un euro. Quindi voto in pagella sì, non costa nulla. Ora in cattedra, ora in più di insegnamento no. Perché toccava pagare chi andava a insegnare.

Dice: ma non si poteva togliere un’ora a qualche altra materia? No, non si poteva. Le materie e le rispettive ore vengono presidiate come lotti/feudi assegnati ai rispettivi gruppi di insegnanti. Le ore in calendario significano cattedre, posti, supplenze…nessuna materia avrebbe ceduto qualcosa del suo ad un’altra materia (per giunta sopraggiunta) senza combattere. Quindi, nell’Italia dei lotti che la scuola degnamente rappresenta, un’ora da togliere a qualche altra materia non si può.

Un’ora in più, si è visto, nemmeno si può perché…bambole non c’è una lira. Non certo per questo fronzolo dell’educazione civica. E allora la fantasia, l’inventiva italica portata ai suoi massimi fasti dal governo che c’è: torna l’educazione civica a scuola (visto come siamo bravi?) ma senza l’ora in calendario e senza i prof di quella materia. Ad insegnarla saranno i cosiddetti “prof dell’autonomia”. E che saranno, che sono mai i “prof dell’autonomia”? Più terra terra sono i prof che avanzano dopo che hai coperto le cattedre. E se uno dei prof in sovra organico di educazione civica sa pochino, magari nulla? Falso problema, in fondo cosa è l’educazione civica, cosa mai ci sarà da sapere?

Sulla base di questa convinzione, sul presupposto culturale che l’educazione civica sia un…atteggiamento, è in fondo costruita la legge dove si legge: “Principi di legalità, cittadinanza attiva e digitale (questa del digitale ce l’ha messa M5S), sostenibilità ambientale…”. Insomma l’educazione civica concepita come un generale e generico: “fate i bravi e siate buoni”.

D’altra parte come sarebbe possibile qui e oggi insegnare altrimenti educazione civica? Nella scuola italiana fu introdotta nel 1950 ed è sempre stata materia deboluccia assai. Perché debole era anche il concetto e debole era la pratica della civica educazione nella società italiana. Difficile il pensare e l’agire con civismo quando si condivide storica avversione o almeno diffidenza verso lo Stato e la Cosa Pubblica. Ma almeno per un trentennio/quarantennio vivere in maniera civilmente maleducata fu considerato peccato. Veniale peccato, diffuso peccato. Comunque peccato, vizietto, qualcosa che si fa ma non si dovrebbe fare.

Poi col nuovo millennio, la nuova cultura, la nuova “gente”, la nuova politica l’idea stessa di cittadino si è modificata, anzi è geneticamente mutata. Pilastro dell’educazione civica è che il cittadino sia tale perché è contemporaneamente soggetto di diritti e doveri verso al comunità. Pilastro demolito e pure maledetto dal contemporaneo sentore popolare: oggi il cittadino si proclama e si sente tale solo quando reclama ed esige diritti e lamenta di non percepirli (sì, percepirli, perché i diritti reclamati sono soprattutto parti di denaro pubblico nell’una o nell’altra forma”.

Educazione civica presuppone un’idea della cittadinanza messa al bando dalla cultura e dalla politica corrente. Educazione civica presuppone un’idea della democrazia che non è quella in voga e rivendicata dell’asso pigliatutto e non è quella in auge ed esaltata della maggioranza che tutto decide e soprattutto non è quella oggi spacciata come santa del popolo onnipotente e onnisciente.

Educazione civica presuppone una comunità non intenta all’astio reciproco quotidiano. E ceti dirigenti che diano esempio e lezione di cittadinanza consapevole dell’interesse generale, ceti dirigenti che abbiano cultura e amore per il senso dello Stato e della Cosa Pubblica.

Quindi, in fondo, è coerente con la realtà che il ritorno dell’educazione civica a scuola avvenga senza un’ora in cattedra e senza un prof addetto: non si saprebbe tanto bene cosa insegnare se non ruminare banalità. Ma torma il voto in pagella in educazione civica. Chissà quale voto daranno agli scolari l’anno prossimo. Il voto in pagella, materia educazione civica, per l’alunna Italia, per la scolaresca gente italica, per il plesso scolastico partiti, governi, corporazioni varie è da anni un secco 4! Tendente al 3 perché alunna, scolaresca e plesso peggiorano di semestre in semestre. 

Fonte: Corriere della Sera