Genova, nel 2009 Autostrade per l’Italia ipotizzò la demolizione del Ponte Morandi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Agosto 2018 - 15:47 OLTRE 6 MESI FA
Genova, nel 2009 Autostrade per l'Italia ipotizzò la demolizione del Ponte Morandi (foto Ansa)

Genova, nel 2009 Autostrade per l’Italia ipotizzò la demolizione del Ponte Morandi (foto Ansa)

GENOVA -Nel 2009 in uno studio (“La Gronda di Genova. Presentazione sintetica delle ipotesi di tracciato”) Autostrade per l’Italia ipotizzò la demolizione controllata del Ponte Morandi.

Da 8 a 12 mesi: questo il tempo, che nel 2009, era stato calcolato  [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] per la demolizione controllata del viadotto Polcevera, con lo smontaggio della “struttura con un ordine inverso rispetto alle fasi della costruzione dell’opera. In tal modo sarà sufficiente evacuare provvisoriamente le abitazioni che attualmente insistono nell’impronta e negli immediati dintorni del viadotto, senza procedere ad alcun abbattimento dei fabbricati”.

Lo si legge nello studio ‘La Gronda di Genova. Presentazione sintetica delle ipotesi di tracciato’ che Autostrade per l’Italia aveva realizzato assieme alla società d’ingegneria SPEA e pubblicato nel febbraio 2009 come base per un dibattito pubblico. Il documento, nel capitolo dedicato ad una delle ipotesi di varianti di tracciato studiate da Autostrade per l’Italia (quella definita ‘Gronda Bassa’ che “affianca l’esistente viadotto Morandi, di cui è prevista la dismissione, ad una distanza di circa 150 m verso nord”), spiega: “Una volta demolita la struttura del Ponte Morandi, i proprietari delle abitazioni potranno rientrare nei rispettivi alloggi”. Questa demolizione controllata del viadotto Morandi, precisano gli autori, “richiede di smantellare circa 80.000 mc di calcestruzzo”. Autostrade per l’Italia aveva sottolineato in più punti la criticità della situazione: nel documento si legge, tra l’altro, che “Il tratto più trafficato è il viadotto Polcevera (Ponte Morandi) con 25,5 milioni di transiti l’anno, caratterizzato da un quadruplicamento del traffico negli ultimi 30 anni e destinato a crescere, anche in assenza di intervento, di un ulteriore 30% nei prossimi 30 anni”.