Ior, Angelo Caloia indagato: chi è il risanatore dopo era Marcinkus

di Fausto Gasparroni (Ansa)
Pubblicato il 6 Dicembre 2014 - 21:26 OLTRE 6 MESI FA
Ior, Angelo Caloia indagato: chi è il risanatore dopo era Marcinkus

Angelo Caloia (Foto Ansa)

CITTA’ DEL VATICANO – Il Vaticano che denuncia e indaga Angelo Caloia è una di quelle notizie che in passato non rientravano neanche nella sfera del concepibile. Tale e tanta è la stima di cui tuttora l’ex presidente dello Ior per un ventennio, tra il 1989 e il 2009, già risanatore dell’Istituto dopo gli anni oscuri dell’era Calvi-Sindona-Banco Ambrosiano, godeva in Vaticano.

Anche da parte dell’attuale Papa, che fresco di elezione, incontrandolo in Vaticano nell’aprile dello scorso anno in veste di presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, lo aveva subito riconosciuto, abbracciato e ringraziato per quanto fatto dallo Ior per salvare la sua ex arcidiocesi di Buenos Aires dal dissesto finanziario all’epoca del default argentino.

Dev’essere stato un brutto colpo anche per Bergoglio, quindi, apprendere dalla denuncia fatta dallo Ior e dall’inchiesta aperta dalla magistratura vaticana che Caloia, insieme all’ex direttore generale Lelio Scaletti e all’avvocato Gabriele Liuzzo, negli ultimi anni della sua presidenza sarebbe stato protagonista di una speculazione sugli immobili dell’Istituto, svenduti sottocosto a società “ombra” – dietro le quali ci sarebbero stati i tre indagati – e poi da queste rivenduti a prezzi di mercato, con conseguente guadagno-extra alle spalle della “banca” vaticana di cui lo stesso Caloia era presidente

. Originario di Castano Primo, in provincia di Milano, 75 anni, sposato e con quattro figli, Caloia è uno stimato economista, professore ordinario di Economia politica presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Milano, dopo aver insegnato in quelle statali di Torino (1976-1984) e di Milano (1984-1991). All’attività scientifica ha sempre affiancato quella nella dirigenza bancaria: negli anni ’80 e ’90 è stato presidente del Mediocredito Lombardi, membro dell’Abi e vice presidente del nuovo Banco Ambrosiano, rinato dopo il crac Calvi.

Si è impegnato anche nell’attività politica locale nelle file della democrazia Cristiana: per quasi vent’anni è stato sindaco del suo paese natale, Castano Primo, giungendo ad essere segretario regionale lombardo del partito. Per quasi vent’anni è stato anche presidente del Centro Sociale Ambrosiano. Chiamato alla guida dello Ior nel 1989 come successore del più che discusso arcivescovo americano Paul Casimir Marcinkus, lo ha risanato pur tra mille contrasti, raccontati da lui stesso nel libro “Finanza bianca” (2004), scritto per Mondadori da un suo amico e collaboratore di antica data, Giancarlo Galli.

Comunque allo Ior Caloia risolve una serie di problemi, con soddisfazione dell’allora papa Giovanni Paolo II. Nel giro di un decennio la “banca” vaticana, sotto Marcinkus travolta dalle polemiche e bersaglio anche di richieste d’arresto per suoi dirigenti, è risanata: l’eco delle turbolenze degli anni ’80 sembra sempre più lontano. Caloia lascia l’incarico il 23 settembre 2009, sostituito da Ettore Gotti Tedeschi. Intanto, nel 2008 è stato nominato presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano.

Presiede anche il Gruppo Etica e Finanza e la Fondazione Vittorino Colombo, mentre dal dicembre 2013 ricopre la carica di presidente del Consiglio d’Amministrazione dell’Almo Collegio Borromeo. Recentemente, presentando a Milano il programma di iniziative messe in campo della Veneranda Fabbrica del Duomo per l’Expo 2015, ha anche detto: “Ci auguriamo che il Papa venga a visitare l’Expo”. “Il Papa – ha spiegato – è interessato ai popoli di tutto il mondo e con Expo Milano sarà sede di accoglienza di oltre 190 nazioni e sarà guardata con benevolenza”. L’inchiesta in Vaticano, però, ora getta ombre sull’immagine di Caloia. E un nuovo incontro con il Papa sicuramente dovrà attendere.