La moglie di Massimiliano Latorre: “I marò sono stati carne da macello per la politica italiana”

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 16 Giugno 2021 - 09:14 OLTRE 6 MESI FA
La moglie di Massimiliano Latorre: "I marò sono stati carne da macello per la politica italiana"

La moglie di Massimiliano Latorre: “I marò sono stati carne da macello per la politica italiana” (Foto d’archivio Ansa)

Paola Moschetti, moglie di Massimiliano Latorre, accusa la politica italiana per il caso marò. “Sono stati carne da macello”, accusa senza mezzi termini la moglie di uno dei fucilieri arrestati e processati in India. 

Lo fa dopo l’archiviazione del caso da parte della Giustizia indiana. Archiviazione però accompagnata da un risarcimento che l’Italia dovrà corrispondere all’India. E Moschetti si chiede: “Se saranno ritenuti innocenti, perché l’Italia ha dovuto versare un risarcimento?”.

Paola Moschetti, moglie di Massimiliano Latorre, accusa la politica italiana

Dopo nove anni, la Corte suprema indiana ha archiviato il caso in cui erano coinvolti i due Marò con l’accusa di avere ucciso due pescatori al largo delle coste del Kerala. Dalle parole delle loro famiglie traspare rabbia per la gestione dell’intera vicenda. “Per la politica italiana siamo stati carne da macello“, dice all’Ansa Paola Moschetti, moglie del fuciliere Massimiliano Latorre.

“Interessante leggere i ringraziamenti del ministro Di Maio nei confronti di chi ha lavorato sodo – aggiunge Vania Ardito, moglie del fuciliere Salvatore Girone – ma prima di tutti è importante ringraziare i due soldati che si sono sacrificati alla ‘sottomissione indiana’ per tanti anni che mai più gli saranno restituiti”.

La vicenda giudiziaria dei marò Latorre e Girone

Latorre e Girone erano stati accusati dall’India di avere ucciso due pescatori scambiandoli per pirati. I fatti avvennero nel corso di una missione nel 2012, quando i due marò erano a bordo della nave commerciale italiana Enrica Lexie per un missione antipirateria.

Solo a luglio dell’anno scorso il tribunale internazionale dell’Aja ha stabilito che la giurisdizione sul caso è italiana. E ha disposto che le famiglie delle vittime fossero risarcite con circa un milione e centomila euro dall’Italia. Un versamento a fronte del quale la Corte suprema di New Delhi ha deciso di archiviare definitivamente il caso.

Il risarcimento alle famiglie dei pescatori indiani

E oggi la moglie di Latorre si domanda: “Se mio marito e il suo compagno di sventura Girone saranno entrambi riconosciuti innocenti, come è giusto che sia, cosa ha pagato lo Stato italiano all’India?”. I fucilieri, per anni al centro delle cronache internazionali, non hanno mai potuto dire la “loro verità pubblicamente”.

“Da 9 anni – spiega Moschetti – sono costretta a parlare a nome di mio marito. A lui è stato fatto esplicito divieto di parlare pena pesanti sanzioni. Non può nemmeno partecipare a qualsiasi manifestazione pubblica. È vincolato al segreto. È ora di chiedersi perché le autorità militari vogliono mantenere il segreto su ciò che sa e vuol dire”. “Adesso – spiega Ardito – auspichiamo una rapida risoluzione per la conclusione definitiva del caso in Italia”.

Ma il desiderio che la vicenda si chiuda definitivamente non prevale sulla voglia che sia fatta finalmente luce su come sono andate le cose. Già due mesi fa, quando l’India annunciò la possibilità che il caso fosse archiviato dopo un risarcimento danni, le mogli dei fucilieri annunciarono: “Ora potranno dimostrare la loro innocenza all’Italia”.

Quanto all’esito della vicenda giudiziaria in India, la moglie di Girone sottolinea che “il caso si sarebbe dovuto concludere in nove giorni ma ci sono voluti più di nove anni: aspettiamo di ricevere notizie ufficiali – conclude – per conoscere nei dettagli gli esiti della sentenza ancora oscuri”.