Cuffaro: “Così sono andato a sbattere contro la mafia”

Pubblicato il 9 Gennaio 2012 - 13:30 OLTRE 6 MESI FA

PALERMO, 9 GEN – ”Sono andato a sbattere contro la mafia e sto pagando per questo”. In una lunga intervista pubblicata oggi su Asud’Europa, il settimanale del Centro Pio la Torre (www.piolatorre.it), l’ex Governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro, che sta scontando una condanna a 7 anni di reclusione per rivelazione di segreto istruttorio e favoreggiamento aggravato alla mafia, racconta la sua vita nel carcere di Rebibbia dove si trova detenuto dal 22 gennaio dell’anno scorso.

”Adesso – dice – ho ritrovato la mia serenita’, un mio equilibrio. Ma ho avuto e ho dovuto affrontare un tempo di sofferenza e di dolore non indifferente”. L’amarezza di Cuffaro in carcere e’ mitigata dal grande affetto di cui e’ circondato: ”Ho ricevuto e continuo a ricevere – spiega – migliaia di lettere. Credo che adesso saranno quasi 6mila. A circa la meta’ di loro ho risposto. Confido, con un po’ di pazienza, di scrivere a tutti”.

Nell’intervista Cuffaro parla anche dei suoi familiari, che utilizzano le quattro ore di colloquio mensili andandolo a trovare ogni settimana per un’ora, dell’incontro in carcere con il Papa, definito ”straordinario”, e del rapporto con gli altri detenuti: ”Qui – sottolinea – siamo tutti uguali”.

L’ex governatore ribadisce poi il suo ”rispetto” nei confronti della sentenza dei giudici palermitani che lo hanno condannato: ”perche’ frutto del lavoro delle istituzioni”. E pur senza entrare nel merito delle accuse ammette di avere commesso degli sbagli: ”Sono andato a sbattere contro la mafia. Io ho la certezza di non averlo mai voluto. Ma qualche errore l’ho fatto anche io”. Parlando infine di quello che era stato definito con un termine dispregiativo il ”Cuffarismo”, cioe’ il suo stretto rapporto con gli elettori che lo aveva portato ad essere soprannominato ”Toto’ vasa vasa”, Cuffaro osserva: ”So che questa e’ stata una delle condizioni che piu’ mi ha procurato problemi con la giustizia, ma non credo di aver sbagliato nello scegliere di essere il presidente della gente.

Nessuno ha avuto difficolta’ ad incontrarmi e a baciarmi. La politica non puo’ solo essere il governo chiuso dentro le stanze dei palazzi, e’ anche la possibilità di far sentire la gente parte di questo processo. So che mi ha fatto pagare un prezzo alto, ma lo rifarei. Pero’ non mi propongo come esempio. Agli altri consiglio di guardare a esempi ben piu’ lucidi e piu’ belli della politica. A cominciare dal nostro presidente della Repubblica”.