Crolla palco di Laura Pausini, muore Matteo Armellini: 1.936 € di risarcimento

Il corpo senza vita di Matteo Armellini subito dopo la tragedia (Foto LaPresse)

ROMA – Per la morte di Matteo Armellini, il ragazzo deceduto il 5 marzo a Reggio Calabria a seguito del palco per il concerto di Laura Pausini, la famiglia è stata risarcita con poco meno di 2mila euro, precisamente 1.936,80 euro: a tanto ammonta la cifra che l’Inail ha elargito alla madre del ragazzo, che ora dice: “Vorrei una spiegazione”. Una cifra che ha suscitato non poche polemiche: su Facebook e sugli altri social network in molti si indignano chiedendosi se una vita di un lavoratore valga così poco.

Dall’Inail però specificano: “Questi soldi non sono un risarcimento ma un anticipo dell’assegno funerario”, ha spiegato il direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello, che riconosce che “la retribuzione molto bassa del ragazzo non consente di immaginare risarcimenti consistenti”.

Non tarda ad arrivare però lo sfogo di Paola Armellini, la mamma di Matteo che al Tgcom24 dice: “Quei soldi sono stati dati come risarcimento per infortunio e malattia professionale: esigo spiegazioni, è un problema di rispetto e di dignità; Matteo non aveva ancora cominciato il suo turno, gli è crollato tutto addosso; va rivisto il modo in cui viene gestito il lavoro di questi ragazzi”. “Vorrei una spiegazione – ha aggiunto la donna – non tanto per i 1936.80 euro, ma perché mio figlio è morto sotto un palco e nell’oggetto del pagamento c’é scritto ‘risarcimento per infortunio e malattia professionale’. E’ un problema di rispetto, di dignità, Matteo non aveva ancora cominciato a lavorare, gli è caduta in testa tutta la struttura. Non voglio, non ci sto che la morte di mio figlio venga liquidata così. Faccio affidamento alla giustizia ma sappiamo che un processo così può andare avanti moltissimi anni. Io, da quel 5 marzo, non ho saputo più niente”.

“Ai miei tempi – continua la madre di Matteo – un sindacato non avrebbe mai permesso una cosa del genere. Vorrei che il nome di mio figlio venga ricordato e che finisca questo che io chiamo mercato del lavoro, chiedo ai sindacati e alle forze sociali di intervenire. Sono ragazzi che cercano di guadagnare dei soldi anche per aiutare le famiglie, ma devono essere tutelati”.

Per Lucibello, “con le attuali leggi, l’Inail risarcisce quello che può ma ha avanzato più volte proposte per meglio tutelare i più giovani. L’Inail ha dimostrato che una riforma di questo tipo non è particolarmente gravosa”, Sarebbe importante “tutelare meglio soprattutto i morti sul lavoro deceduti in giovane età perché lì i livelli retributivi sono spesso molto bassi per cui i superstiti prendono prestazioni di entità molto ridotta”, ha concluso il direttore generale dell’Inail.

Secondo Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera, “la drammatica morte di Matteo ripropone il problema dei giusti e adeguati risarcimenti. Noi pensiamo che bisogna rompere una regola: l’attivo di bilancio annuale dell’Inail, calcolato mediamente in circa 1 miliardo e mezzo di euro, non può essere tutto automaticamente devoluto al ripianamento del debito ma dirottato in quota parte all’ abbassamento dei premi assicurativi delle aziende virtuose, cioè quelle a infortuni zero, e al miglioramento delle tabelle di risarcimento a favore dei lavoratori o delle loro famiglie”.

“Si tratta, dunque, di una battaglia di civiltà che da sempre il Pd conduce per smascherare le false partite Iva, i falsi associati in partecipazione e il falso lavoro a progetto, come si è cominciato a fare anche con alcune nuove regole della riforma del mercato del lavoro”, conclude.

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