Messe, Conte fa retromarcia: autorizzate già da domenica 10 maggio, forse solo all’aperto

ROMA – Sulla celebrazione delle messe il governo sta studiando una riapertura più accelerata di quanto annunciato: il 10 maggio invece che il 25, la prima domenica utile dopo la fine del lockdown ufficiale, previsto per il 4 maggio.

Un significativo dietro-front quello del presidente del Consiglio Conte finora attestato sulle posizioni del Comitato scientifico che aveva bocciato senza appello le proposte dei vescovi per consentire funzioni religiose in sicurezza.

“Lavoreremo per definire un protocollo di massima sicurezza per garantire a tutti i fedeli di partecipare alle celebrazioni liturgiche“, ha dichiarato dopo che lo avevano accusato di avere anche attentato al diritto fondamentale della libertà religiosa.

Un compromesso sembra possibile – su Repubblica il retroscena dei contatti e dei negoziati sotterranei delle diplomazie, episcopale e governativa – magari con la fine del divieto per le messe all’aperto.

Certo l’obbligo di mascherina.

Di sicuro le proteste della Cei hanno avuto effetto, un rammarico esplicitato pubblicamente che si aggiunge alle tante critiche per la poca chiarezza sulle regole di ingaggio della fase 2 (i “congiunti”, per esempio, le scuole…).

Il governo aveva proposto l’11 maggio, una settimana dopo il 4.

I vescovi preferiscono un festivo, la domenica, il 10 maggio.

Il 3 maggio sarebbe troppo, prima addirittura della fine della fase 1.

Del resto la linea prudente degli scienziati che avevano consigliato una riapertura molto differita nel tempo resta la stessa: troppo rischioso dare il via libera a sicure occasioni di assembramento, per di più in ambiti dove la vita media è pericolosamente alta. (fonte La Repubblica)

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