ROMA – Il blitz (operazione “New Bridge”) è partito all’alba, in Italia e, contemporaneamente, negli Stati Uniti. Sotto il mirino di Fbi e polizia un gigantesco traffico internazionale di droga gestito dalla ‘ndrangheta e da alcune famiglie mafiose italo-americane.
In totale 26 provvedimenti restrittivi (oltre 40 gli indagati), sedici tra le province di Reggio Calabria, Napoli, Caserta, Torino, Benevento (solo qui 6 arresti), Catanzaro e otto a New York. Tra gli arrestati negli Stati Uniti anche alcuni elementi vicino alla storia famiglia mafiosa dei Gambino. In Italia invece in manette ci sono finite molte persone legate alle famiglie Ursino e Simonetta.
Tra gli arrestai a New York diversi nomi eccellenti come Franco Lupoi e Raffaele Valente.
In Italia è invece stato fermato Nick Tamburello, soggetto, si legge tra le carte, con diversi precedenti penali e ritenuto contiguo ai Gambino, espulso dagli Stati Uniti nella primavera del 2013. Tra i fermati in Italia anche Francesco Ursino, considerato a capo dell’omonima cosca di Gioiosa Ionica e Giovanni Morabito detto u´ tiradrittu, storico padrino della cosca egemone nella zona ionico-reggina, detenuto anche lui.
Nascosta in barattoli di frutta, così l’organizzazione, l’alleanza tra ‘ndrangheta e alcune famiglia mafiose, avrebbe voluto portare la cocaina al porto di Gioia Tauro. La base di partenza sarebbe stata la Guyana e la cocaina, in forma liquida, come si legge tra le carte, avrebbe dovuto essere nascosta all’interno di barattoli di ananas o cocco e così spedita a Gioia Tauro.
Lo stratagemma, come raccontano le indagini, è stato scoperto a novembre scorso quando un carico di oltre 70 chili di cocaina, nascosti in forma liquida proprio in scatole di ananas prodotte da una società della Guyana, è stato sequestrato a bordo di un mercantile in Malesia.
L’operazione New Bridge è il nuovo capitolo di un’altra indagine (“Old Bridge“) “che svelò le connessioni nel traffico di droga tra le famiglie mafiose siciliane e quelle oltreoceano”. Dopo l’operazione Old Bridge, spiegano oggi gli inquirenti si ruppe “l’alleanza fra le famiglie mafiose palermitane collegate a Salvatore Lo Piccolo e appartenenti alla famiglia Gambino di New York”. Dopo la rottura dell’alleanza con cosa nostra l’entrata in scena della ‘ndrangheta.