Omicidio Willy Monteiro Duarte, testimone: “Saltavano sul suo corpo inerme”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Settembre 2020 - 18:38| Aggiornato il 10 Settembre 2020 OLTRE 6 MESI FA
Willy Monteiro Duarte, il testimone: "Saltavano sul suo corpo inerme"

Omicidio Willy Monteiro Duarte, il testimone: “Saltavano sul suo corpo inerme” (Foto Ansa)

Willy massacrato di botte, il racconto agghiacciante dei testimoni nell’ordinanza di arresto.

Secondo i testimoni gli aggressori saltavano sul corpo di Willy Monteiro inerme. Lo scrivono Fabio Tonacci e Maria Elena Vincenzi su Repubblica e lo riportano le agenzie di stampa. Sarebbe uno dei passaggi più drammatici del racconto reso dai testimoni di quella tragica notte a Colleferro. 

Il gip del tribunale di Velletri ha convalidato gli arresti dei quattro giovani accusati dell’omicidio del 21enne. Restano in carcere i fratelli Gabriele e Marco Bianchi assieme a Mario Pincarelli mentre Francesco Belleggia ha ottenuto i domiciliari.

14 pagine di ordinanza

In quelle 14 pagine di ordinanza è raccontata la violenza che, secondo le accuse, sarebbe stata usata contro il giovane Willy. 

Ma come è nata la rissa? Prosegue il racconto che sarebbe stato un apprezzamento rivolto ad alcune ragazze del gruppo di Colleferro da parte di ragazzi del gruppo di Artena a determinare la rissa che ha poi portato al pestaggio mortale di Willy.

A ricostruire i fatti – secondo l’ordinanza – è Federico Riccardo Zurma, amico sia di Willy che di Alessandro Rosati, il fidanzato della ragazza che ha ricevuto un complimento non gradito.

A pronunciare l’apprezzamento, secondo quanto scrivono Fabio Tonacci e Maria Elena Vincenzi su Repubblica, sarebbe stato Mario Pincarelli, del gruppo di Artena.

“Mentre stavamo scendendo lungo le scale che portano a Largo Oberdan poco dopo l’1.30 – è il ricordo si Zurma – siamo stati avvicinati io ed altri amici da tre ragazze di nostra conoscenza che hanno spiegato di essere state importunate da alcuni ragazzi di Artena”.

“Io ed il mio amico Alessandro, fidanzato di una delle tre giovani, siamo andati a chiederne conto. Abbiamo iniziato a discutere, ho ricevuto un pugno e poi è scoppiato il parapiglia. In tanti ci hanno separato. Quando stavo per allontanarmi ho notato un altro gruppetto di persone che litigava a calci e pugni. Qualcuno mi ha detto che quello a terra steso era Willy“, racconta. 

Willy, che in quella mischia aveva riconosciuto l’amico Zurma, si era avvicinato per cercare di calmare gli animi, per fare da paciere. 

Il racconto dell’amico

A raccontarlo, riportano i cronisti di Repubblica, sarebbe stato Emanuele Cenciarelli, il giovane che la notte tra sabato e domenica era in compagnia di Willy.

“Stavamo tornando alla macchina, parcheggiata in largo Oberdan quando abbiamo sentito dei giovani discutere violentemente – è il ricordo del testimone – Willy si è voltato ed ha riconosciuto in uno dei protagonisti un suo amico, Federico”.

“Si è avvicinato ed io vedendo la gravità del diverbio l’ho dissuaso dall’intervenire. Mi ha dato ascolto e ci siamo incamminati verso l’auto senza accorgerci di essere inseguiti”.

“In pochi minuti siamo stati circondati da quattro giovani che ci hanno aggredito con una ferocia inaudita. Ho cercato di fare scudo con il mio corpo a Willy che era a terra. Io stesso sono stato picchiato. Per venti minuti abbiamo subito l’aggressione. Poi sono andati via. Willy era a terra svenuto e non parlava”.

“Senza che io e Willy potessimo accorgerci di ciò che stava accadendo – ha detto Cenciarelli secondo quanto riporta il quotidiano – venivamo aggrediti da alcuni ragazzi, tra i quali riconoscevo subito i due che stavano poco prima discutendo con Federico amico di Willy”.

“Ricordo Willy steso e i ragazzi che lo colpivano violentemente”

“Ricordo l’immagine di Willy steso per terra e i ragazzi che lo colpivano violentemente con calci e pugni. Il mio istinto di protezione mi spingeva a gettarmi addosso a Willy per cercare di proteggerlo dai colpi che stava ricevendo urlando agli aggressori che io e Willy non c’entravamo niente con quanto eventualmente era accaduto prima”.

“Tutte le mie richieste finivano nel vuoto tanto che io stesso venivo colpito da calci e pugni sempre dagli stessi ragazzi che avevano aggredito Willy. Non riesco a quantificare il tempo dell’aggressione, ma posso dire che la violenza dei colpi presi da me e Willy era di violenza inaudita”.

Quando sulla strada è piombata l’Audi dei fratelli Bianchi

“Ribadisco di aver visto sopraggiungere a palla, ovvero a forte velocità un’autovettura di grossa cilindrata, un Suv marca Audi di colore scuro”, racconta il testimone nell’ordinanza di arresto del gip.

“Dall’auto, fermatasi bruscamente all’inizio della via che fiancheggia questa caserma dei carabinieri, vedevo scendere 4/5 persone che aperti i 4 sportelli si sono lanciati subito contro alcune delle persone presenti sul posto sferrando calci e pugni a chiunque si trovassero davanti ed in particolare si accanivano contro il mio amico Willy che si trovava vicino a me”.

“Ricordo in particolare – continua il giovane – che uno di loro ha sferrato un calcio all’altezza del petto di Willy facendolo cadere in terra mandandolo a sbattere contro una macchina parcheggiata sulla via”.

“Dopo questo primo calcio Willy è riuscito ad alzarsi ma veniva nuovamente tempestato di calci e pugni tanto che cadeva di nuovo in terra. Addirittura mentre era in terra hanno proseguito a sferrare calci e pugni contro Willy tanto che questi non è più riuscito a rialzarsi”.

Quando già Willy “era caduto a terra, tutti e quattro gli aggressori infierivano su di lui – si legge ancora – sferrando calci e pugni. Nello scendere dall’autovettura, gli aggressori hanno subito aggredito Willy che si trovava dal lato della macchina più vicina ai predetti senza proferire minacce o alcun genere di parola”. 

“Nelle persona effigiata nella foto n.4 (raffigurante Gabriele Bianchi, ndr) mi sembra di riconoscere l’aggressore che ha sferrato il primo calcio al petto di Willy“, ha aggiunto il teste che ha precisato: “Aveva capelli corti rasati di colore chiaro, alto, corporatura da palestrato”. 

Saltavano sul suo corpo

“Ho un vivido ricordo – racconta sempre Emanuele – di un paio di loro, non ricordo però chi di preciso, che addirittura saltavano sopra al corpo di Willy steso in terra e già inerme”.

“Per quanto io ricordi – continua  – tutti i ragazzi da me descritti sferravano calci e pugni contro me e Willy”. (Fonti: Agi, Repubblica).