Orvieto, la protesta di un prof contro il Green pass: “E’ vergognoso e criminale, inutile per la prevenzione del contagio”

di FIlippo Limoncelli
Pubblicato il 24 Settembre 2021 - 20:48 OLTRE 6 MESI FA
Orvieto prof green pass

Orvieto, la protesta di un prof contro il Green pass: “E’ vergognoso e criminale, inutile per la prevenzione del contagio” (foto ANSA)

Un professore di Orvieto, non vaccinato e quindi senza Green pass, ha deciso di interrompere anche i tamponi ai quali si sottoponeva regolarmente dal 1 settembre per entrare a scuola, rischiando così, da martedì prossimo, la sospensione dal lavoro e dallo stipendio.

Articolo aggiornato alle ore 20:48.

Prof di Orvieto contro il Green pass

E’ la storia di Gianfranco Pigozzi, 50enne docente di arte alla scuola secondaria Signorelli di Orvieto (Terni), che stamattina ha deciso di rendere pubblica la sua protesta affiggendo un cartello fuori dall’istituto. “Il green pass è vergognoso e criminale perché provocatoriamente disonesto nei confronti dei cittadini, violentemente lesivo dei diritti costituzionali, inutile per la prevenzione del contagio” si legge all’inizio del cartello. Nel quale si parla, sempre in merito al Green pass, di “un brutale atto di ricatto e sottomissione politica”.

Le parole di Gianfranco Pigozzi

“Come libero cittadino mi sento discriminato, perché non mi sto sottraendo a nessun obbligo di legge ma sto compiendo una libera scelta” spiega all’ANSA. “Non sono un ‘no vax’ e ho fatto fare alle mie figlie tutti i vaccini obbligatori – aggiunge -, ma sono molto perplesso sull’utilità e sull’efficacia di questo nuovo trattamento che non si può chiamare vaccino, in quanto non corrisponde alla sua definizione storica. Nella mia cultura c’è la scienza, ma in questa emergenza sanitaria vedo che questa è lasciata in mano ai tecnocrati e agli affaristi. Non vedo un potere politico che si pone come priorità la salute pubblica e la coesione della società”.

Dopo avere speso circa 180 euro finora per sottoporsi ai tamponi, il professore è ora deciso ad andare fino in fondo. “Non mi fermerò – spiega – finché il dibattito non sarà riportato in una situazione di confronto e in un clima di fiducia. Mi farò sospendere, con enorme dispiacere per i miei alunni. Ma spero almeno di insegnare loro a non piegare la testa di fronte alle ingiustizie”.