Papà suicida per il tema, la moglie lo difende. Ma il preside: “Quel compito non era casuale”

di redazione Blitz
Pubblicato il 23 Gennaio 2018 - 09:12 OLTRE 6 MESI FA
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Papà suicida per il tema, la moglie lo difende. Ma il preside: “Quel compito non era casuale”

FROSINONE – Non è stato un tema casuale quello assegnato alla ragazzina di 14 anni che ha rivelato i presunti abusi subiti dal padre a Roccasecca, in provincia di Frosinone. Lo ha rivelato il preside della scuola al Corriere della Sera. L’uomo, un agente di polizia penitenziaria di 54 anni, non ha retto al peso di quelle accuse gravissime e l’ha fatta finita. Ha scelto una chiesa, quella di San Tommaso d’Aquino e si è impiccato.

Un dramma nel dramma, che oltretutto la famiglia ha appreso dai media. “La moglie e le cinque figlie sono sotto choc”, ha detto l’avvocato della famiglia Emanuele Carbone. “E’ una vicenda triste con un epilogo ancora più triste. La notizia del suicidio è un ulteriore trauma per la famiglia che ora prova rabbia e dolore”. E tra le lacrime ora la mamma continua a difendere suo marito e padre delle sue 5 figlie: “Sono state dette tante cose non vere: quello che avete detto ieri e l’altro ieri l’hanno portato a questo”, grida ancora sconvolta. “E’ ancora tutto da provare”. Parole che però non combaciano con quanto riferito dal dirigente scolastico.

Tutto è esploso con un tema, al quale la figlia 14enne della coppia ha affidato il suo segreto inconfessabile. Secondo quanto raccontato dalla ragazzina e quanto sarebbe emerso dalle indagini l’uomo aveva cominciato ad abusare della figlia minorenne la scorsa estate. Per mesi la ragazza ha tenuto tutto per sé fino a quando, poco prima delle vacanze di Natale, ha deciso di approfittare di un tema a scuola per sfogarsi e raccontare l’incubo che stava vivendo.

Eppure quel tema, dice oggi il preside al Corriere, era una sorta di trappola:

“Non era un compito casuale. L’insegnante di italiano ha deciso che fosse il caso di proporre una traccia del genere perché nella classe della quattordicenne c’era una situazione di disagio. Ma non è stata proposta solo quella, ce n’erano anche altre disponibili. Insomma, quella di confessare alla madre un episodio mai raccontato prima è stata una scelta della ragazza. Evidentemente aveva qualcosa da dire”.

Lei ha subito ritenuto veritiero quel racconto?
“Diciamo che quando l’ho letto, visto quello che c’era scritto, non ho esitato un attimo. Ma prima di andare alla polizia ho voluto rendermi conto di quello che aveva da dire la madre per non mettere nei guai qualcuno che non c’entrava. Lei mi ha raccontato che il marito aveva avuto atteggiamenti simili in passato nei confronti di un’altra ragazza, e allora ho creduto che la storia fosse reale, una questione di sensazioni percepite. E sono andato in commissariato”.

Le violenze sarebbero avvenute in casa, quando la mamma non c’era. “Non restare sola con papà”, aveva detto la donna alla figlia. E l’avvocato Carbone parla di “un approccio respinto dalla figlia maggiore oltre vent’anni fa”. Ma oggi la moglie sembra difendere il marito, “è ancora tutto da provare”, continua a dire. “Sono tanto, tanto arrabbiata – ha detto mentre lasciava l’obitorio accompagnata dalle due figlie più grandi – Non si sapeva ancora se era vero“.

Parole pesanti che però non trovano riscontro nell’ordinanza. Il giudice spiega infatti che non emergono circostanze “per dubitare sull’attendibilità delle agghiaccianti” confidenze della minore. Ora si attende l’autopsia. La famiglia intanto “sta organizzando funerali dignitosi”, spiega l’avvocato. Forse per provare a seppellire l’incubo e il dolore.