Poste private, stangata bollette: 72 sequestri. Trattenevano soldi a insaputa clienti

Pubblicato il 20 Marzo 2013 - 09:36| Aggiornato il 22 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

PALERMO – Trattenevano i soldi delle bollette all’insaputa dei clienti: sequestrate 72 agenzie di posta private nelle province di Palermo, Messina, Catania, Trapani, Agrigento, Roma, Macerata, Lecce, Reggio Calabria, Modena e L’Aquila. L’operazione, soprannominata ‘Lost pay’, condotta dalla Guardia di finanza e coordinata dalla procura di Palermo, ha contestato i reati di truffa e appropriazione indebita. I titolari di due network sono stati denunciati per aver violato il Testo Unico delle Leggi Bancarie.

Circa 30 milioni, incassati in 28 mesi tramite i pagamenti dei bollettini, senza che le somme venissero poi effettivamente canalizzate ai creditori. Mese dopo mese i poveri clienti, convinti di aver saldato i propri conti, si sono visti tagliare per morosità le forniture di luce, acqua, gas, ecc. E sono proprio le denunce di alcuni utenti nel capoluogo siciliano che hanno fatto scattare le indagini delle Fiamme Gialle.

Ma che fine hanno fatto tutti quei soldi? La legislazione nazionale sulla liberalizzazione dei servizi postali, imposta dall’Ue, prevede una doppia regolamentazione, basata sulla distinzione fra servizi postali propriamente detti (raccolta e recapito posta, raccomandate) e quelli prettamente finanziari (pagamento di bollettini, finanziamenti, F23, F24 e altro). Le agenzie sequestrate, sebbene fossero in possesso dei contratti di franchising con i rispettivi network di riferimento e dell’autorizzazione ministeriale, non sono risultate munite delle concessioni per poter effettuare i servizi di pagamento, non avendo provveduto all’iscrizione nell’apposito albo o, in subordine, alla eventuale affiliazione a qualche società autorizzata dalla Banca d’Italia. Le operazioni abusive, inoltre, avrebbero favorito la movimentazione di cospicue somme di denaro in violazione degli obblighi previsti dalla normativa antiriciclaggio.