Regioni in zona gialla? No, i numeri da soli non bastano, servono i dati sui contagi dei non vaccinati Regioni in zona gialla? No, i numeri da soli non bastano, servono i dati sui contagi dei non vaccinati

Regioni in zona gialla? No, i numeri da soli non bastano, servono i dati sui contagi dei non vaccinati

Regioni in zona gialla: è l’ultimo spauracchio che si legge sui giornali e si ascolta nei tg. Alcune regioni che rischiano di tornare in zona gialla perché i casi di Covid sono in aumento. E soprattutto sono in aumento i ricoveri e i posti occupati in terapia intensiva.

A leggerla così, ci sarebbe da preoccuparsi. Ma, a quasi due anni di distanza dall’inizio della pandemia e dal primo lockdown, non possiamo interpretare questi dati in maniera acritica. Rispetto al periodo dei colori delle regioni, ci sono grosse novità. Innanzitutto ci sono i vaccini. Quasi il 73% degli italiani ha ricevuto la doppia dose, oltre il 78% ne ha ricevuta almeno una.

Certo, ci sono quelli che si sono vaccinati mesi fa, e forse per loro la copertura degli anticorpi sta diminuendo. E’ per questo che bisogna andare avanti con la terza dose. Subito, appena possibile, senza tergiversare.

Contagi in aumento, ma quanti sono i non vaccinati?

E poi c’è la questione dei non vaccinati. Se la maggior parte dei nuovi contagi (soprattutto le situazioni più critiche, leggi terapia intensiva) riguarda loro, non può essere la collettività a pagare. Se ci sono persone che non si vogliono vaccinare (non sono obbligate), si possono sempre limitare i contatti con i vaccinati (per esempio con un rigido controllo di chi ha il green pass e chi no).

Non possiamo richiudere le attività commerciali perché ci sono quelli che non si vogliono vaccinare (e che si ammalano). Per questo, al momento, il ricorso alle zone a colori sembra francamente implausibile.

Regioni, quali hanno i numeri da zona gialla

Sono 13 le Regioni e Province autonome che questa settimana registrano un’incidenza di casi di Covid-19 sopra la soglia critica di allerta fissata a 50 casi su 100mila abitanti. Soglia a partire dalla quale diventa difficile riuscire ad eseguire il tracciamento dei casi. E per cui si potrebbe parlare di dati da zona gialla.

I valori maggiori si registrano nella Provincia autonoma di Bolzano, con 189,1 casi per 100mila abitanti, e in Friuli Venezia Giulia dove il valore dell’incidenza ha raggiunto 139,6 casi per 100mila abitanti. I valori più bassi si registrano invece in Molise (11,1) e Sardegna (14,8).

Questi i valori dell’incidenza nelle Regioni e Province autonome secondo l’ultimo monitoraggio settimanale della Cabina di regia (aggiornamento al 4/11/2021):

  • Abruzzo (49,7 per 100mila abitanti);
  • Basilicata (27,0);
  • Calabria (52,5);
  • Campania (66,2);
  • Emilia Romagna (56,1);
  • Friuli Venezia Giulia (139,6);
  • Lazio (63);
  • Liguria (52,1);
  • Lombardia (34);
  • Marche (50,2);
  • Molise (11,1);
  • PA Bolzano (189,1);
  • PA Trento (63);
  • Piemonte (38);
  • Puglia (31,9);
  • Sardegna (14,8);
  • Sicilia (51,7);
  • Toscana (57,7);
  • Umbria (51,4);
  • Valle d’Aosta (22,6);
  • Veneto (75,3).
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