Roberto Maroni, errore negli atti: sbagliato sms Ciriello-Malangone

Roberto Maroni, errore negli atti: sbagliato sms Ciriello-Malangone
Roberto Maroni, errore negli atti: sbagliato sms Ciriello-Malangone

MILANO – Hanno sbagliato a trascrivere il testo di un sms attribuito al capo della segreteria di Roberto Maroni e considerato uno degli indizi comprovanti l’accusa di presunta induzione indebita da parte del governatore della Lombardia. Secondo i giudici di Milano Maroni avrebbe esercitato pressioni sui vertici di Expo spa (partecipata al 20% del Pirellone) affinché si accollassero i costi della partecipazione alla trasferta in Giappone di Maria Grazia Paturzo sua ex collaboratrice al Ministero dell’Interno. Pressioni che, secondo gli inquirenti, sarebbero da imputarsi alla “relazione affettiva” tra Maroni e la Paturzo e che si evincerebbero da un sms inviato da Giacomo Ciriello al dg di Expo, Christian Malagone, dopo il primo no ricevuto dall’amministratore di Expo, Giuseppe Sala.

Ma il messaggio riportato agli atti dell’inchiesta conterrebbe un refuso, un pezzo di interpretazione degli investigatori che in realtà non farebbe parte del testo originale. In pratica i pm hanno dimenticato di chiudere le virgolette, con la risultante che l’sms sembra dire più di quanto non dice effettivamente. Questo il testo riportato nell’atto di imputazione di mercoledì:

“Christian il Pres ci tiene acché la delegazione per Tokyo comprenda anche la società Expo (attraverso la dott.sa Paturzo e voleva che la Paturzo viaggiasse insieme alla delegazione, quindi nella stessa classe di volo e nella stessa classe di albergo”.

La seconda parte del messaggio non è mai stata scritta da Ciriello. L’originale infatti è il seguente:

“Christian il Pres ci tiene acché la delegazione per Tokyo comprenda anche la società Expo (attraverso la dott.sa Paturzo)”

E conclude con una domanda di Ciriello a Malangone: “Puoi parlarne con Sala o autorizzarne la missione?”

Si chiede in pratica che la signora partecipi alla trasferta in Giappone ma non vi è alcun riferimento al pagamento di un biglietto aereo in business class né a un soggiorno in un albergo pluristellato di Tokyo per un valore di 6 mila euro, come in seguito ipotizzato dagli inquirenti. La valutazione dell’accusa sarebbe invece desunta da successive intercettazioni di Ciriello con la Paturzo, in cui i due discuterebbero sull’opportunità di avere la stessa classe di volo e lo stesso hotel della delegazione del Presidente. Un errore, quindi, quello della Procura, non soltanto formale ma che comunque non modificherebbe l’impianto accusatorio, dal momento che lo stesso Marangone avrebbe poi confermato l’interpretazione dei pm.

Roberto Maroni rischierebbe perciò di finire comunque a processo e nel caso di condanna, anche solo di primo grado, di dover lasciare la carica di governatore lombardo in applicazione della sospensione prevista dalla legge Severino.

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