SAN SEVERO – Un violento scoppio in una fabbrica di fuochi d’artificio a San Severo, in provincia di Foggia. Sul posto stanno intervenendo i vigili del fuoco e le forze dell’ordine. Non si sa al momento se ci siano morti o feriti. L’esplosione si è verificata nella fabbrica di fuochi d’artificio Piro Daunia, tra i territori di San Severo e San Paolo di Civitate. Nell’esplosione è morto un uomo, un operaio di 50 anni, Angelo Longo.
Carabinieri e vigili del fuoco stanno cercando di fare luce sulle cause dell’esplosione mentre si sta lavorando tra le macerie per capire se ci siano feriti o vittime. Sul posto – la fabbrica si trova in territorio di San Severo, in contrada Torre Gramigna – sono subito intervenuti i soccorsi.
Angelo Longo stava lavorando in azienda. Il suo corpo è stato trovato tra le macerie mentre numerose squadre di vigili del fuoco erano impegnate a spegnere l’incendio. Le fiamme sono state spente all’imbrunire e ora sono in corso le operazioni di bonifica e di messa in sicurezza dell’area. L’esplosione avrebbe potuto provocare conseguenze più gravi se le fiamme divampate subito dopo avessero raggiunto quei depositi di polvere pirica. Tant’è che le forze dell’ordine hanno dovuto inibire per diverso tempo l’ingresso nella fabbrica anche ai mezzi di soccorso, perché i rischi erano eccessivi.
Gli accertamenti di vigili del fuoco e carabinieri proseguiranno soprattutto per risalire alle cause della deflagrazione, al momento non chiare. La tragedia odierna ha fatto venire alla mente quella ben più grave del 24 luglio 2015, quando una esplosione fece saltare in aria la fabbrica di fuochi ‘Bruscella’ a Modugno (Bari), causando la morte di 10 persone. Lo scoppio, per gli investigatori, fu probabilmente causato dalla presenza di troppa polvere da sparo, dalla poca distanza tra i fabbricati contenenti materiali esplodenti e dall’utilizzo di attrezzature inadeguate. Per quella tragedia la Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per Antonio Bruscella, unico titolare dell’azienda modugnese sopravvissuto all’esplosione della fabbrica, con le accuse di omicidio colposo plurimo e disastro colposo. “Sono una ventina le esplosioni in fabbriche o depositi di fuochi d’artificio dal 2000 ad oggi, più di una all’anno – ricorda Antonio Brizzi, segretario generale del sindacato Conapo dei vigili del fuoco – Segno che si tratta di attività ad elevatissimo rischio sulle quali il ministro dell’Interno deve porre l’attenzione del governo e disporre maggiori controlli e attività di prevenzione, potenziando e utilizzando anche i vigili del fuoco”.