TARANTO, 8 MAG – Il 26 agosto 2010, giorno in cui venne uccisa, Sarah Scazzi arrivo’ a casa della cugina Sabrina Misseri, che l’aveva chiamata al telefono, poco dopo le 9 e ”aveva la faccia triste, il viso all’ingiu’ e non saluto’, contrariamente a quello che faceva di solito, sedendosi su un divanetto a maneggiare il cellulare”. Lo ha dichiarato una testimone, Anna Pisano’, al processo per l’omicidio della quindicenne di Avetrana. La Pisano’ e’ uno dei principali testi dell’accusa.
La teste quella mattina era a casa di Sabrina per un trattamento estetico. ”Chiesi a Sarah se stesse male, ma lei non mi rispose – ha aggiunto – e Sabrina mi disse ‘Lasciala stare’. Sabrina guardava praticamente sempre Sarah quella mattina, a me sembrava che volesse farle capire di non parlare. Andai via dopo 15-20 minuti”.