ROMA – Due scioperi al mese. Questa la media di scioperi che sono stati indetti dai 141 sindacati della scuola negli ultimi tre anni. La Funzione Pubblica ha reso noti i dati degli scioperi negli istituti scolastici, mettendo in luce una situazione in cui la presenza di centinaia di sindacati comporta una media di due giornate al mese di stop, con conseguenze non solo per gli insegnanti ma anche per gli studenti.
Marco Galluzzo sul Corriere della Sera scrive che il numero totale di scioperi negli ultimi tre anni scolastici è stato di 40 proteste e per quanto riguarda l’anno scolastico 2016/2017 si è già arrivati a tre in meno di due mesi dall’inizio delle lezioni. A indire gli scioperi sono le diverse sigle sindacali, che hanno raggiunto il numero di 141:
“L’ultimo sciopero è stato il 4 novembre, indetto da due piccoli sindacati, Cub e Usi, che hanno rispettivamente una grado di rappresentatività pari allo 0,2% e allo 0,1% delle deleghe che insegnanti e personale Ata hanno effettivamente sottoscritto. L’effetto sul funzionamento delle scuole è però molto più grande del grado di adesione alle protesta”.
Intanto i presidi per legge devono informare le famiglie e gli studenti dell’arrivo dello sciopero, ma non possono comunicare né chiedere l’adesione ai professori e il risultato, col clima di incertezza che ne deriva, è che a volte le classi rimangono a casa perdendo così un giorno di lezione:
“I ragazzi tornano a casa con la scritta sciopero sul diario, i genitori prendono atto (quando hanno il tempo), l’effettivo peso della sigla sindacale di turno non è materia che le famiglie maneggiano e l’effetto è paradossale: l’indomani tanti professori vanno a scuola, visto che non aderiscono allo sciopero, molti studenti no. Oppure, altra dinamica: per ogni classe il numero delle assenze non consente di fare lezione”.
Si tratta di una situazione per cui il ministero dell’Istruzione sembra avere le mani legate, come ha spiegato Andrea Marcucci, presidente della Commissione Istruzione del Senato, che ha dichiarato:
“In Parlamento non ce ne siamo mai occupati ma il fenomeno è perfettamente legale, non esiste un limite di rappresentanza”. E dire che fra i servizi essenziali nel caso di sciopero, servizi che i dirigenti scolastici devono garantire per legge, c’è persino «la cura del bestiame», almeno nel caso degli istituti agrari. Mentre Renzi ingaggia battaglie politiche sullo stato delle nostre scuole con Bruxelles, capita anche di scoprire che galline e mucche hanno, almeno nei giorni dei sciopero, più diritti degli studenti italiani”.