Scuola, panino da casa, no della Cassazione Scuola, panino da casa, no della Cassazione

Scuola. Panino da casa a mensa: non si può, non è un “diritto soggettivo”

Scuola, panino da casa, no della Cassazione
Una mensa scolastica nella foto Ansa

ROMA – Scuola. Non esiste un “diritto soggettivo” a mangiare il panino portato da casa “nell’orario della mensa e nei locali scolastici” e la gestione del servizio di refezione è rimesso “all’autonomia organizzativa” delle scuole.

Lo hanno stabilito le Sezioni Unite della Cassazione, accogliendo il ricorso del Comune di Torino, ribaltando una pronuncia favorevole ai genitori degli alunni che preferivano alla mensa il pasto portato da casa.

Era stata la prima sezione civile della Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria dello scorso marzo, a disporre la trasmissione degli atti al primo presidente per l’assegnazione del caso alle sezioni unite.

Sulla questione del panino da casa avevano presentato ricorso in Cassazione il Comune di Torino e il Miur.

I giudici di piazza Cavour con l’ordinanza di oggi hanno accolto i ricorsi e, decidendo nel merito, annullato la sentenza con cui la Corte d’appello di Torino, nel 2016, aveva detto sì al “diritto dei genitori di scegliere per i figli tra la refezione scolastica e il pasto domestico da consumare nelle singole scuole e nell’orario destinato alla refezione”, pur astenendosi dal dettare le “modalità pratiche”, riguardanti in particolare gli “aspetti igienico/sanitari”, per dare concreta attuazione alla sentenza.

La vicenda del ‘panino da casa’ era iniziata nel novembre 2014, quando 38 genitori di alunni delle scuole comunali elementari e medie di Torino decisero di avviare una causa contro il Comune e il ministero dell’Istruzione. In primo grado le loro istanze erano state respinte. (fonti Ansa, Agi)

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