Serse Cosmi ricorda l’incubo: “Quella notte in mano ai rapinatori”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Aprile 2014 - 21:49 OLTRE 6 MESI FA
serse cosmi

Serse Cosmi (foto LaPresse)

PERUGIA – La paura per la moglie e la figlia. La minaccia della pistola e gli schiaffi. E quei 55 minuti più lunghi della sua vita. Serse Cosmi testimone rivive il suo incubo,  davanti al tribunale di Perugia nel processo a cinque albanesi accusati di avere compiuto la notte del 19 gennaio 2011 una rapina nella sua casa del capoluogo umbro. Mentre l’allenatore del Pescara, la moglie e la figlia erano nella villa e rimasero in mano ai malviventi per diversi minuti.

“Quando mi hanno sbattuto a terra, il capo della banda è intervenuto e ha detto ‘è lui, l’allenatore'” ha detto Cosmi ripercorrendo quanto successo.

“Ho avuto paura di sentirmi male – ha aggiunto – e quando gliel’ho detto mi hanno offerto un bicchiere d’acqua. Li ho rassicurati sul fatto che gli avrei dato tutto purché non avessero fatto del male a mia figlia e a mia moglie”.

Nel corso della rapina – ha ricostruito Cosmi davanti al tribunale collegiale – cinque banditi con il volto coperto da mefisto e sciarpe rimasero “dentro casa 55 minuti”.

“Ci hanno portato via – ha proseguito – denaro, gioielli, orologi. Prima di andarsene hanno messo la refurtiva in un trolley della Louis Vuitton, l’unico oggetto ritrovato. Sarebbe stato meglio se avessi trovato tutto il resto”.

Cosmi ha spiegato di essere stato anche malmenato.

Mi hanno schiaffeggiato  e colpito con il calcio della pistola alla nuca ma non in maniera violenta, più che altro per intimidirmi e creare un clima di terrore. Ci hanno costretto a infilarci sotto le lenzuola del letto e mentre uno ci puntava la pistola minacciandoci anche con una chiave inglese gli altri giravano per le stanze della villa”.

Il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini ha chiesto all’allenatore, parte civile nel processo attraverso l’avvocato Michele Nannarone, quale lingua parlavano i rapinatori.

“Parlavano un italiano comprensibilissimo – la sua risposta – ma con accento dell’est europeo. Il bandito rimasto di guardia nella camera da letto ha preso in mano il tapiro di Striscia la notizia. Ha visto una foto di qualche anno fa, quando avevo ancora i capelli, e mi ha chiesto ‘perché non fai il trapianto?'”.

I cinque vennero poi individuati dalla squadra mobile di Perugia e raggiunti da ordinanze di custodia cautelare. Accusati della rapina nella villa di Cosmi e in altre abitazioni.