Strage di Erba: confermato ergastolo ad Olindo e Rosa

Pubblicato il 20 Aprile 2010 - 15:30 OLTRE 6 MESI FA

I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano hanno confermato la condanna all’ergastolo a tre anni di isolamento diurno per i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, al termine del processo di secondo grado per la strage di Erba.

La decisione dei giudici della Corte d’Assise d’appello è arrivata dopo cinque ore di camera di consiglio. La coppia era presente nella gabbia degli imputati, coperta da uno schieramento di agenti di polizia penitenziaria. Le telecamere hanno avuto il permesso di riprendere unicamente la corte mentre leggeva il verdetto, non gli imputati.

Dopo la lettura della sentenza Olindo e Rosa si sono abbracciati e lei è scoppiata a piangere. Lo ha riferito uno dei loro legali, Fabio Schembri, poco prima che la coppia tornasse in carcere. «Nei loro confronti è stata emessa una sentenza di condanna ancora prima che fosse celebrata l’udienza preliminare», ha aggiunto, annunciando un ricorso in Cassazione.

«Continuo a considerarli persone da perdonare», ha detto Carlo Castagna. A un cronista che gli chiedeva se proseguisse nei suoi propositi di perdono nei confronti dei due imputati, l’uomo, che ha perso moglie, figlia e nipotino nella strage di Erba, ha risposto: «Io non perdo questo mio sentimento. Loro sono persone che hanno sbagliato e continuo ancora a considerarle persone da perdonare». «La giustizia è stata riconfermata. Non avevamo il minimo dubbio – ha aggiunto Castagna – perché i colpevoli erano stati individuati».

Il pg Nunzia Gatto, che ha chiesto e ottenuto la conferma della condanna all’ergastolo per i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, al termine dell’udienza, ha spiegato per quali ragioni si era opposta alla concessione della perizia psichiatrica per gli imputati. «C’erano oltre ottanta relazioni dal carcere – ha detto il magistrato -. Nella mia requisitoria ho detto che esistono persone crudeli, non necessariamente incapaci, e queste sono due persone crudeli che ne hanno uccise altre quattro».

«C’erano le confessioni, c’era la prova scientifica, c’era il sopravvissuto. Magari in tutti i processi che affronto avessi queste prove». A proposito delle nuove prove chieste dalla difesa, Nunzia Gatto ha spiegato che «era già tutto scritto in primo grado, era già stato accertato tutto».

Lo scorso 17 aprile era arrivata la notizia di nuove intercettazioni ambientali che avrebbero potuto scagionare Olindo Romano, in passato stralciate nonostante le richieste della difesa.

Per l’accusa Olindo e Rosa«hanno risolto nel sangue i problemi condominiali» uccidendo, l’11 dicembre 2006, Raffaella Castagna, suo figlio Youssef, la madre della donna, Paola Galli, mentre la loro vicina, Valeria Cherubini fu trucidata perchè testimone scomodo sulla scena del delitto.

Suo marito, Mario Frigerio sopravvisse e indicò in più occasioni Olindo come suo aggressore. I difensori della coppia hanno sempre puntato a smontare la sua testimonianza, evidenziandone le presunte contraddizioni: Frigerio non avrebbe fatto subito il nome di Olindo, parlando all’inizio di un’altra persona dalla «carnagione olivastra».