Teme di perdere eredità. Paga amico per uccidere padre ma…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Ottobre 2015 - 10:56 OLTRE 6 MESI FA
Teme di perdere eredità. Paga amico per uccidere padre ma...

Teme di perdere eredità. Paga amico per uccidere padre ma…

SAVONA – Aveva paura di perdere l’eredità, per questo ha pagato un amico affinché uccidesse suo padre…prima che l’uomo potesse lasciare tutto a una donna della Mauritania. E’ successo a Savona, dove però l’azione del killer è fallita e i due sono stati arrestati per tentato omicidio. In manette Rinaldo Costa, figlio di Renato, 80 anni, ex ferroviere, e Andrea Invicibile che doveva uccidere per 10 mila euro.

Rinaldo Costa, racconta l’Ansa, temeva che il padre lasciasse l’eredità a un’amica della Mauritania. Secondo i carabinieri, sabato 17 ottobre all’ora di pranzo Invicibile è entrato in casa di Renato Costa, poco dopo è arrivato l’anziano che lo ha sorpreso a rovistare tra cassetti e armadi: era la scena organizzata per giustificare l’omicidio, un tentativo di furto con epilogo tragico. I due si sono affrontati e Invicibile ha tentato di soffocarlo. Nella lotta l’anziano ha strappato il passamontagna all’aggressore, che, una volta riconosciuto, è fuggito.

Il sito Savonanews racconta maggiori dettagli: Intorno alle 11:30 è arrivata una chiamata al centralino del 112 che segnalava delle urla provenienti dall”alloggio. A preoccupare in particolare i vicini le precarie condizioni di salute dell”uomo che abita all’interno, Renato Costa, 80 enne cardiopatico.

Appena entrati all”interno i soccorritori si rendono subito conto che in realtà non si trattava di un malore di qualcosa di molto diverso.

L”uomo, con le poche forze rimaste, ha raccontato ai Carabinieri, intervenuti sul posto insieme ai vigili del fuoco e 118, di essere entrato in casa e trovato davanti un uomo travisato con passamontagna, guanti e calzari sulle scarpe che lo aveva scaraventato a terra e aggredito, tentando di soffocarlo con un cuscino. La vittima però aveva reagito riuscendo a mettere in fuga il suo aguzzino non prima di averlo ripetutamente al torace.

Da subito l”ipotesi di una rapina in abitazione è apparsa dubbia: la porta di casa era chiusa eppure il malvivente era già dentro, nell”abitazione non era stato toccato nulla e l’aggressione dell’anziano appariva immotivata e, per la modalità, eccessiva.