Terremoto, L’Aquila costa il doppio: da 9 a 20 miliardi

Terremoto, L'Aquila costa il doppio: da 9 a 20 miliardi
Terremoto, L’Aquila costa il doppio: da 9 a 20 miliardi

ROMA – Terremoto, L’Aquila costa il doppio: da 9 a 20 miliardi. La cifre stimata nel 2011 per i danni causati dal terremoto a L’Aquila era di 9,6 miliardi di euro: oggi quella cifra è già lievitata del doppio, circa una ventina di miliardi. Ai 12 miliardi stanziati nel 2013 vanno aggiunti 1,5 miliardi annui da qui al 2019. Ma questa è una contabilità spiccia che tiene conto solo, finora, dei danni materiali: manca la voce “danni di processo”, ovvero la quantificazione degli interventi in relazione al contesto economico-ambientale, dove agiscono i costi sociali ed economici dovuti a corruzione, inefficienze, conflitti di apparati, assenza di piani urbanistici adeguati.

E lo scenario aquilano di medio termine, senza una decisa inversione di tendenza rispetto ai quattro anni in cui ogni soggetto interessato ha fatto di testa sua (“margini amplissimi di discrezionalità”), è addirittura potenzialmente apocalittico, come hanno avvertito i ricercatori dell’Ocse in uno studio del marzo 2012:

Se gli abitanti di questa città non sceglieranno in maniera chiara il cambiamento, l’Aquila diventerà sempre di più una comunità frammentata e infine una città isolata e dimenticata

Ma come si calcolano i costi di un terremoto? Mariano Maugeri sul Sole 24 Ore ha cercato di mettere ordine in una materia scivolosa, da un punto di vista previsionale, per definizione, visto che gli stanziamenti di fondi sono spalmati su archi temporali compresi tra i 30 e i 50 anni. Tuttavia, rispetto alle esperienze precedenti, L’Aquila “città d’arte sospesa tra passato e futuro”, rappresenta un unicum. Luciano Di Sopra, urbanista della Sapienza di Roma e protagonista della ricostruzione in Friuli, sostiene che le regole auree per una buona ricostruzione sono assenza di conflitti tra gli attori della ricostruzione stessa e velocità d’esecuzione, massimo 10 anni, altrimenti la città muore. E’ all’altezza della prova la classe dirigente aquilana? Da quello che dice Di Sopra della sua esperienza di consulente diviso tra il sindaco Cialente e il presidente della Provincia Stefania Pezzopane, non sembrerebbe:

Ho avuto l’impressione che fossero in altre faccende affaccendati. Parlavo delle energie positive che si liberano dopo il sisma e del gioco di squadra, due risorse preziose che evaporano in fretta, ma loro spostavano i ragionamenti su appalti e gare europee». Al capitolo danni di processo non si è neppure arrivati. Ma sta lì la madre di tutte le questioni. Spiega lo studioso friulano: «In Abruzzo è stato colpito il cuore del sistema, il capoluogo, con ripercussioni incalcolabili. È la prima volta che accade nei terremoti in Italia. Si rischia di ricostruire una città fantasma. La popolazione si deprime in fretta. E i giovani sono i primi a fuggire. (Mariano Maugeri, Il Sole 24 Ore)

 

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