Non piove, Paradiso avaro. “Tutti in processione contro la siccità”

Pubblicato il 29 Marzo 2012 - 14:05 OLTRE 6 MESI FA
betori

Il Cardinale Giuseppe Betori

ROMA – Non piove, Paradiso avaro. Non piove in Toscana, l’emergenza siccità sta mettendo in ginocchio l’agricoltura, il livello delle precipitazioni invernali è dimezzato e all’allarme dei media si è aggiunto l’invito del cardinale a pregare perché dal cielo torni a cadere la sospirata acqua. L’invocazione a pregare per il “dono della pioggia” è stata diramata dal cardinal Giuseppe Betori attraverso una circolare inviata a tutti i sacerdoti della diocesi. “Le notizie diffuse dai media in questi giorni confermano quanto è sotto i nostri occhi: non piove e le nostre terre si trovano a fare i conti con la siccità”.

E’ la premessa del cardinale. La preghiera come rimedio estremo quando tutto sembra perduto, quando la speranza vacilla. Troppo simile alla danza della pioggia indiana, in odor di superstizione? Il cardinale, che non è un climatologo né un esperto agrario, si occupa di amministrare le anime, colpite e frustrate dalla mancanza di acqua, deve colmare attraverso le armi della preghiera i vuoti della provvidenza e risarcire la devozione popolare.

La circolare contiene indicazioni precise. “Vi invito anche a pregare e far pregare per chiedere il dono della pioggia. Nelle celebrazioni con il popolo si inserisca una intenzione di preghiera al riguardo, che può essere mutuata dalla orazione colletta del Messale: “O Dio, dal quale tutte le creature ricevono energia, esistenza e vita, dona alla terra assetata il refrigerio della pioggia: perché l’umanità, sicura del suo pane, possa ricercare con fiducia i beni dello spirito”. Amen.

Se siamo a questo punto, comunque, e cioè appesi all’imperscrutabilità divina in attesa di un segno, magari qualche goccia incoraggiante, vuol dire che la situazione è veramente drammatica. “Se entro 15 giorni non piove la produzione di grano rischia di venire compromessa seriamente” in Toscana, afferma il presidente di Coldiretti Toscana Tullio Marcelli. In una nota l’associazione degli agricoltori spiega che non si era “mai vista una siccità così”. A risentirne già nelle prossime settimane saranno la produzione di grano (tenero e duro) e di cereali (mais e orzo in particolare) che stanno per entrare in una fase cruciale.

Un settore che in Toscana significa 12 mila aziende, migliaia di addetti, 115 mila ettari, ed una produzione, solo di grano, intorno ai 4,5 milioni di quintali. La crescente preoccupazione per le mancate piogge va di pari passo con il bel tempo e temperature decisamente fuori stagione che secondo Coldiretti avranno un drastico effetto sulla resa ad ettaro con un abbattimento del 50% della produzione. La mancanza di piogge potrebbe costare, in termini di produzione, oltre 2 milioni di quintali di grano per un valore tra 50 e 60 milioni di euro. In difficoltà sono anche il settore orticolo, la tabacchicoltura e l’olivicoltura “e anche i prezzi potrebbe risentirne”.