Trento, basta con i salvataggi gratuiti per gli alpinisti imprudenti

Francesco Paolelli*
Pubblicato il 12 Febbraio 2010 - 19:57 OLTRE 6 MESI FA

Far pagare gli interventi agli alpinisti incauti che si sono messi nei guai in montagna e che chiamano le squadre di soccorso alpino a piedi. È questa la proposta di Maurizio Dellantonio, presidente del soccorso alpino trentino.

Il ticket c’è già per le persone illese che chiamano l’elisoccorso e il costo è di 750 euro. Gli interventi delle squadre a piedi sono gratuiti, ma si vorrebbe introdurre un pagamento anche in questo caso.

Soccorritori con un cane da ricerca

«Mettere il servizio a pagamento potrebbe disincentivare l’uso improprio del soccorso. Molta gente va in montagna senza attrezzatura ed è impreparata, bisogna educare nelle scuole e lavorare sulla prevenzione», commenta Dellantonio.

Come dimostrano i dati evidenziati durante la presentazione dell’attività del Corpo nel 2009, gli interventi del soccorso alpino sono in crescita del 13 per cento rispetto al 2008, si calcola in media due al giorno. L’anno scorso è stato un anno segnato dall’emergenza valanghe con 18 interventi, sette in più del 2008. Nel 52 per cento di casi le persone soccorse stavano praticando sci fuori pista ed escursioni.

Un anno nero, terminato con la tragedia in Val di Fassa dove sono morte quattro guide alpine il 26 dicembre. «Il 2009 è stato un anno impegnativo, in cui sono stato vissuti momenti difficili: siamo stati toccati nel più profondo del cuore, pagando un tributo di vite altissimo. Ma dopo questa tragedia la nostra organizzazione è ancora più forte» ha aggiunto Dellantonio.

Durante l’esposizione dei dati, è stato presentato anche “Lidar”. Il sistema informatico integrato di cartografia tridimensionale e ortofoto digitali del terreno utilizzato dal Soccorso alpino per le attività di soccorso e in particolare nella ricerca di persone scomparse. «Questo programma informativo, unico in Italia, sta ricevendo numerosi riconoscimenti e richieste da diverse regioni, istituzioni pubbliche e private», ha concluso Dellantonio. Grazie alle carte tecniche e alle ortofoto del programma, realizzato da Pangea, è possibile evidenziare un modello digitale del terreno fino a un metro di precisione. Così è possibile intervenire in modo preciso, soprattutto nelle zone rocciose e impervie.

*Scuola di Giornalismo della Luiss