Uccise due persone ma fu legittima difesa, 4 anni a Luigi Spinelli

Pubblicato il 5 Maggio 2010 - 20:00 OLTRE 6 MESI FA

Non fu omicidio volontario ma legittima difesa: i giudici della Corte d’Appello di Bari hanno per questo ridotto a quattro anni di reclusione la pena inflitta a Luigi Spinelli, unico imputato per il duplice omicidio di Michele Buscemi, 32 anni, e Daniele Di Mussi, di 31, uccisi a Valenzano il 13 gennaio 2008.

In primo grado, Spinelli era stato condannato a 18 anni di carcere dal gup del Tribunale di Bari, Giovanni Leonardi, al termine di un procedimento con rito abbreviato. In secondo grado, invece, è stato assolto dall’uccisione di Buscemi e condannato a quattro anni per il secondo omicidio, quello di Di Mussi, per il quale Spinelli è stato ritenuto responsabile di eccesso colposo in legittima difesa.

Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, Spinelli, soprannominato ‘Gino il nano’ per la sua corporatura mingherlina, sarebbe arrivato nel bar dove si trovavano Buscemi (pregiudicato e nipote del boss Michelangelo Stramaglia, a sua volta ucciso nel quartiere barese di Ceglie del Campo il 24 aprile 2009) e Di Mussi e sarebbe stato coinvolto in un violento litigio.

Dopo avere subito un pestaggio da parte di Buscemi, Spinelli riuscì a disarmare l’aggressore e sparò. Il primo proiettile colpì al cuore Buscemi. Un secondo proiettile colpì a una gamba Di Mussi, intervenuto per soccorrere il suo amico colpito, e gli recise l’arteria femorale, procurandone la morte per dissanguamento poche ore dopo in ospedale.

La Corte d’Appello, ha assolto Spinelli, difeso dagli avvocati Massimo Chiusolo, Aldo Regina e Michele Dell’Erba, per l’omicidio di Buscemi e lo ha condannato a 4 anni per la morte di Di Mussi, riconoscendo un ‘eccesso colposo’ nella legittima difesa. Lo ha assolto anche dall’accusa di porto e detenzioni di armi, perché la pistola con cui il 28enne sparò, sarebbe stata strappata dalle mani di Buscemi poco prima della sparatoria.