Il prete figlio del boss alla prima omelia se la prende con i giudici

Pubblicato il 19 Aprile 2012 - 14:53 OLTRE 6 MESI FA

Don Vincenzo Scerbo

CROTONE – Appena ordinato sacerdote se l’è presa con la giustizia “meschina e gretta”, quella che ha messo in carcere suo padre per estorsione aggravata da metodi mafiosi. Ma per don Vincenzo Scerbo quello dell’ordinazione non era un giorno qualsiasi e suo padre non era lì. Per questo il giovane prete di Isola Capo Rizzuto è salito sul pulpito e ha pronunciato un’omelia in difesa del papà e contro la magistratura. “Una parte del mio cuore viaggia lontano da questo luogo, attraversa i muri e le sbarre del carcere di Siano per accostarsi al cuore di mio padre”. E ancora: “Elevo gravida di dolore la mia preghiera a Dio perché la sua giustizia intervenga là dove la giustizia di questo mondo ha mostrato tutta la sua meschinità e la sua grettezza, guidata da logiche di parte e verità di comodo”.

La predica non è passata inosservata in una terra piagata dalla ‘ndrangheta. Il sindaco della cittadina, Carolina Girasole, liquida la vicenda: “E’ una faccenda interna alla Chiesa”. E in effetti il parroco, don Edoardo, ha richiamato il giovane sacerdote. Lui si è difeso: “Mio padre è innocente. Mio nonno è stato ucciso 21 anni fa, non hanno mai preso gli assassini. Le pare che io possa stare con la ‘ndrangheta?”.