MOSCA – Anche la Russia non sembra avere più dubbi e sospende tutti i voli da Sharm el Sheikh. Almeno fino a quando non saranno chiarite le cause del disastro dell’Airbus 321 della compagnia russa Metrojet precipitato in Sinai sabato 31 ottobre. Lo ha annunciato il ministro russo delle Situazioni di Emergenza, Vladimir Puchkov, in una riunione straordinaria del Comitato nazionale antiterrorismo precisando che i “migliori” specialisti stanno cercando eventuali tracce di esplosivo sui frammenti dell’A321 usando “le attrezzature più all’avanguardia” e che “i risultati delle indagini saranno pubblicati”.
Ieri, dopo Air France-Klm, Lufthansa ed Emirates anche Easyjet e British Airways avevano deciso di sospendere la tratta sul Mar Rosso dopo che la Cia e i servizi segreti britannici hanno avvalorato l’ipotesi di una bomba a bordo dell’aereo.
Sono state le informazioni raccolte dall’intelligence britannica e da quella statunitense nelle comunicazioni web dei membri Isis tra Siria ed Egitto a convincere i due governi che a far schiantare l’aereo con 224 persone a bordo sia stata una bomba messa dallo Stato islamico. L’ordigno, è l’ipotesi, sarebbe stato portato a bordo da un passeggero o potrebbe essere stato nascosto in un bagaglio giunto a bordo probabilmente a causa degli scarsi controlli nello scalo, con la complicità di un addetto alla sicurezza.
Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov ha precisato che Putin ha deciso la sospensione dei voli russi in Egitto accettando le raccomandazioni del Comitato antiterrorismo. Saranno attivate tutte le misure per “assicurare il ritorno a casa dei cittadini russi”. Il presidente russo ha inoltre chiesto di cooperare con la parte egiziana per la sicurezza dei voli.
La commissaria Ue ai trasporti Violeta Bulc, ha sottolineato che “nessuna ipotesi è esclusa al momento”. “E’ troppo presto per tirare qualsiasi conclusione”, anche sulle implicazioni per la sicurezza aerea. L’aeroporto di Sharm El Sheikh da cui è decollato il velivolo russo, ha ricordato il portavoce, “non si trova in Europa” dove invece “abbiamo regole severe in vigore”. L’Egitto ha comunque sottoscritto le regole di sicurezza previste dalla Iata e dall’Icao.
La questione sarà comunque affrontata nella riunione del Comitato per la sicurezza aerea Ue prevista per il 18, con l’auspicio che a quel punto saranno state rese note le cause del crash. L’Autorità europea per la sicurezza aerea sin dal novembre 2014 aveva sconsigliato il sorvolo del Sinai del Nord a un’altezza inferiore ai 26000 piedi.