Covid in Cina, 250 milioni contagi e da gennaio ”liberi tutti”: a Malpensa torna il tampone, non obbligatorio

Visto i dati allarmanti che arrivano dalla Cina, la regione Lombardia è la prima, in Italia, a richiedere il tampone molecolare per i passeggeri in arrivo dalla Cina. Un banner sul sito dell'aeroporto informa i passeggeri della nuova disposizione che sarà valida fino al 30 gennaio.

di Lorenzo Briotti
Pubblicato il 28 Dicembre 2022 - 09:46 OLTRE 6 MESI FA
tampone cina

Covid in Cina, 250 milioni contagi e da gennaio ”liberi tutti”: a Malpensa torna il tampone, non obbligatorio (foto Ansa)

 

Rischia di trasformarsi in un disastro globale l’allentamento delle restrizioni anti Covid in Cina e lo stop alla quarantena. E Malpensa corre ai ripari annunciando il tampone (per ora facoltativo) per chi arriva in Italia dalla Cina dove, stando ai dati stimati, avvengono 3,7 milioni di contagi al giorno per un totale di casi, nel mese di dicembre, pari a 250 milioni. Lo stop alla quarantena entrerà in vigore l’8 gennaio, pochi giorni prima del capodanno cinese, la festa più importante dell’anno. Festa che, ogni anno fa spostare milioni di persone per riunirsi a familiari e amici all’interno del Paese o al di fuori dei confini. Festa che quest’anno sarà più viva che mai dopo tre anni di stop.

Cina, siti di viaggio presi d’assalto per il Capodanno cinese 

Già mezzora dopo l’annuncio dello stop alla quarantena, i siti di viaggio sono stati presi d’assalto, con la concreta possibilità ora di provocare nel resto del mondo una nuova ondata di Covid. E il rischio concreto è quello legato al fatto che possano poi nascere nuove varianti. Più alta è infatti la diffusione del virus e, come abbiamo ormai imparato in questi anni, più alta è la possibilità che si sviluppino nuove varianti che magari sfuggono ai vaccini.

Tampone facoltativo per chi arriva a Malpensa dalla Cina

La regione Lombardia è intanto la prima, in Italia, a richiedere il tampone molecolare per i passeggeri in arrivo dalla Cina. Un banner sul sito dell’aeroporto informa i passeggeri della nuova disposizione che sarà valida fino al 30 gennaio, con un rimando al sito Viaggiare sicuri. Qui si legge che “la Regione Lombardia ha dato indicazione alla ATS INSUBRIA, di riferimento per l’aeroporto di Malpensa, di sottoporre a tampone molecolare di screening per Covid-19 tutti i passeggeri/operatori provenienti dalla Cina”.

Misura di prevenzione non obbligatoria

Si tratta di una misura di prevenzione al momento non obbligatoria. Misua che serve anche ad accertare il tipo di variante Covid di chi arriva dal Paese asiatico. Ieri sono stati eseguiti 90 tamponi, oggi (mercoledì 28 dicembre) 120 e domani si avranno i primi risultati sul sequenziamento. Misure di difesa dal virus sono state decise anche in Paesi come Giappone e India, dove i tamponi sono però obbligatori.

Le preoccupazioni degli Stati Uniti e i dubbi sui dati

Anche gli Stati Uniti valutano nuove misure di prevenzione per i viaggiatori dalla Cina. Secondo indiscrezioni riportate dall’agenzia Bloomberg, gli Usa potrebbero imporre misure simili a quelle decise da altri Paesi per i viaggiatori dalla Cina. Washington sarebbe preoccupata per il balzo dei casi in Cina e avrebbe sollevato dubbi sulla trasparenza dei dati di Pechino sui contagi.

Dati cinesi difficilmente misurabili, ecco perché 

In Cina l’esplosione del numero di contagi e dei morti dall’inizio di dicembre, quando sono state abolite le rigide misure di contenimento anti Covid dopo le proteste dei cittadini, è difficilmente misurabile anche a causa dello stop alla diffusione dei dati deciso qualche giorno fa dalle autorità. Ma i numeri che circolano sono allarmanti. Secondo la società di ricerca britannica Airfinity, ad oggi ci sono oltre un milione di nuovi casi e almeno 5 mila morti al giorno.

250 milioni di casi in Cina

Secondo altri dati diffusi in queste ore, sono 250 milioni i nuovi contagi nel Paese e ammonterebbero a circa un milione i possibili morti. Mentre Xi Jinping ha promosso una campagna sanitaria più mirata, scarseggiano i medicinali. Le strutture sanitarie sono al collasso per i malati, soprattutto anziani non vaccinati. E la Cina registra la curva di infezione più alta a livello mondiale. E non è tutto dato che la situazione rischia di peggiorare ancora.

3,7 milioni di infezioni al giorno

Più precisi i dati dei modelli elaborati da Airfinity che suggeriscono un numero di decessi compreso tra 1,3 e 2,1 milioni a seguito dell’attuale ondata di Covid in Cina. La stima della società è di 3,7 milioni di infezioni al giorno a metà gennaio per arrivare, in marzo, a 4,2 milioni di casi quotidiani. Il virus viaggia sulle gambe delle persone, ripetevano ossessivamente i virologi di tutto il mondo nei mesi più bui della pandemia segnati dai lockdown. E ora, sospesi i test di massa e liberalizzati gli spostamenti dei cinesi, le conseguenze appaiono preoccupanti.

Le destinazioni più gettonate dai cinesi

Mezz’ora dopo l’annuncio della riapertura ai viaggi da parte della National Health Commission, i dati della piattaforma di viaggi Ctrip hanno mostrato che le ricerche di destinazioni oltre frontiera erano aumentate di 10 volte: tra le più gettonate Macao, Hong Kong, Giappone, Thailandia e Corea del Sud. I dati di un’altra piattaforma, Qunar, hanno mostrato che 15 minuti dopo la notizia, le ricerche di voli internazionali sono aumentate di sette volte.

Il Giappone pensa di limitare gli arrivi dalla Cina

Proprio il Giappone ha annunciato una strategia di difesa. Per decisione del premier Fumio Kishida, a partire da venerdì i viaggiatori provenienti dalla Cina saranno obbligati a fare un tampone e i positivi dovranno sottoporsi ad una quarantena di 7 giorni. Tokyo sta anche valutando limitazioni al numero dei voli provenienti dalla Cina, da Hong Kong e Macao. L’India, da parte sua, aveva già deciso che chi arriva dalla Cina, oltre che da altri Paesi, deve mostrare un test negativo.

La Ue al momento non ha deciso nulla

L’Unione europea invece, non ha preso alcuna misura. Anche se, ha avvertito un portavoce della Commissione, “è stato mantenuto un freno di emergenza che potrebbe essere attivato, se necessario, per reintrodurre le restrizioni”.

Bassetti: “Quello che rischiamo è molto peggio di quanto accadde a Wuhan”

In Italia è sceso in campo Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova. Bassetti chiede una “barriera” perché “quello che rischiamo oggi è molto peggio di quanto accadde con Wuhan”. Per il medico “servono controlli su tutti i voli dalla Cina, restrizioni ai viaggi, tampone molecolare ai passeggeri nelle 24 ore precedenti la partenza o quarantena all’arrivo con test molecolare per uscirne, altrimenti chi arriva non deve circolare”. Misure che andrebbero prese per almeno sei mesi in tutta Europa. I dati evocati da Bassetti sono i peggiori di tutti: “Email criptate che arrivano da fonti cinesi riportano numeri da far paura, come 325 milioni di cinesi contagiati in 20 giorni, circa 10.000 morti al giorno e almeno 29 varianti di Omicron, alcune delle quali rientrano in quelle che evadono il vaccino in tutto”.