Cristian Di Marco morto alle Barbados: era in coma, i parenti dubitano delle cure dei medici

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Dicembre 2019 - 12:27 OLTRE 6 MESI FA
Cristian Di Marco morto alle Barbados: era in coma da giorni, i parenti dubitano delle cure dei medici

Cristian Di Marco morto alle Barbados: era in coma, i parenti dubitano delle cure dei medici (foto Ansa)

ROMA – È’ morto in questi giorni Cristian Di Marco, il 43enne artigiano di San Giorgio (Mantova) ricoverato in coma da lunedì scorso nell’ospedale Queen Elizabeth di Barbados dopo un malore di cui ancora si ignorano le origini. Gli amici e i familiari avevano anche organizzato una colletta per riportarlo in Italia.

L’uomo, in vacanza con la famiglia dal 18 dicembre scorso, si è spento probabilmente il 28 dicembre per una crisi cardiaca, mentre si stava organizzando l’aeroambulanza, pagata dalla colletta degli amici, per trasferirlo in un ospedale della Martinica, nelle Antille francesi, per tentare un intervento chirurgico al cervello. Con Cristian, al momento del decesso, c’erano i genitori , mentre la moglie e i figli erano appena rientrati in Italia.

I familiari nutrono dei dubbi sul decesso e sull’assistenza ricevuta dall’uomo durante la degenza tanto che hanno chiesto l’autopsia sul corpo del giovane ma sembrano esserci delle difficoltà. A prestare assistenza è il console onorario inviato dall’ambasciata italiana a Caracas.

Cristian Di Marco: i dubbi sulle visite e le cure ricevute.

I medici nella cartella clinica, giudicando la situazione molto grave, hanno indicato come causa un cocktail di farmaci oppure una meningite, ma, denunciano i familiari, basandosi su una diagnosi affrettata, stilata senza nemmeno aver effettuato una Tac.

Ad aggravare la sua situazione c’è il fatto che l’artigiano è partito senza assicurazione e per il suo rientro in Italia servono parecchi soldi (tra i 130mila e i 160mila euro). “Contiamo di raggiungere la cifra necessaria già in serata – avevano detto gli amici che avevano organizzato la colletta per riportarlo in Italia – per far partire l’aeroambulanza di Europ assistance già pronta per il decollo”. (Fonte Ansa).