Heather Parisi in Cina: “Vita col coronavirus un inferno. Si lavora da casa, prodotti razionati”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Febbraio 2020 - 14:13 OLTRE 6 MESI FA
Heather Parisi racconta la vita in Cina con l'emergenza coronavirus

Heather Parisi racconta la vita in Cina con l’emergenza coronavirus (Foto archivio ANSA)

ROMA – Heather Parisi dal 2010 vive a Hong Kong e in una intervista a Oggi racconta la sua vita in Cina con l’emergenza coronavirus. La ballerina racconta che la vita ormai si a in casa e i prodotti sono razionati. 

Nell’intervista la Parisi parla della sua vita con la famiglia e di come stanno affrontando l’emergenza: “La mia vita ai tempi del Coronavirus si svolge tra il tinello e la cucina di casa. Trascorro il tempo a leggere, a cucinare e soprattutto a insegnare ai miei gemelli che fanno home-schooling dalle’età di cinque anni”.

La Parisi vive infatti a Hong Kong con il marito e i due figli e racconta cosa accade: “Gli  impiegati pubblici, quelli delle società finanziarie e degli studi legali lavorano da casa; in pratica chiunque abbia un lavoro di ufficio. E siccome la maggior parte dell’impiego a Hong Kong è nel terziario, di fatto è l’intera città a starsene a casa…Gli studenti frequentano le lezioni da casa in remoto, utilizzando il computer e rispettando l’obbligo, quando sono collegati, di vestirsi in maniera appropriata e, rigorosamente, senza indossare il pigiama. Così, oltre al diritto allo studio, sono salvi anche la disciplina e la forma, che da queste parti hanno una certa importanza. Ascensori e scale mobili vengono sterilizzati ogni due ore e tutti si disinfettano le mani prima di entrare in un edificio pubblico”.

Inoltre, per chi deve lavorare in ufficio è previsto il controllo della febbre prima di entrare negli edifici: “La temperatura oramai viene misurata ovunque. E’ necessario farlo per accedere a qualsiasi club privato, così come per andare dal parrucchiere o al ristorante. Io la misuro anche a chi viene a trovarmi a casa, benché la mia vita sociale sia ridotta davvero ai minimi termini. Fino a oggi non ho ancora respinto nessuno sulla porta di casa e non sono stata respinta da nessuno, ma dovreste vedere la paura e l’imbarazzo negli occhi di ciascuno durante l’attesa del responso della misurazione”.

La Parisi spiega poi le regole sanitarie che sono state adottate: “Qui non ci si bacia, non ci si abbraccia, non ci si stringe nemmeno la mano. La prevenzione e l’attenzione ai minimi dettagli è talmente invasiva da entrarti fin dentro agli aspetti più intimi e privati della vita quotidiana, fin dentro al bagno di casa. In questi giorni, ogni condominio ha fornito ai suoi inquilini un prontuario per l’uso nientepopodimeno che del WC. E’ stato infatti rilevato che il virus può trasmettersi anche attraverso la nebulizzazione delle acque utilizzate nel WC”.

Anche la spesa diventa razionata e alcuni cibi non si trovano: “Ho supplicato il direttore del supermercato sotto casa di tenermi un po’ di carta igienica da parte, ma quando è stato il momento di ritirarla, non ce l’ho fatta a tenerla tutta per noi e, come fanno i bambini a scuola con le merendine, ho finito col dividerla con indiani, cinesi e filippini che ne avevano bisogno come e più di me. I prodotti per davvero razionati sono, oltre alle mascherine, i disinfettanti e l’alcool. Non se ne possono acquistare più di due confezioni a testa”.

E poi racconta del figlio: “Mio figlio Dylan Maria ha il fiuto nel trovare la fila giusta nei negozi giusti! A volte scompare di casa e, preoccupata, chiedo a sua sorella Elizabeth dove sia andato. Dopo un paio di ore se ne torna orgoglioso con qualche confezione di disinfettante: «Mummy, I bought two! Mamma, ne ho comprati due!». Io lo bacio commossa e felice, perché la felicità ai tempi del coronavirus è anche un bottiglia di disinfettante in più”.