Il monsignore e la commissaria del Papa: 2 spie in Vaticano

Il monsignore e la commissaria del Papa: 2 spie in Vaticano
Lucio Angel Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui

ROMA – Il monsignore dell’Opus Dei e la commissaria del Papa. Sono stati arrestati Lucio Angel Vallejo Balda, 54 anni, segretario della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede, e Francesca Immacolata Chaouqui, 33 anni, componente della Commissione referente sulle attività economiche della Santa Sede.

Sono accusati di essere i presunti corvi responsabili di Vatileaks vol.2. L’inchiesta esplosa tre anni fa con l’arresto dell’ex maggiordomo infedele di Benedetto XVI, Paolo Gabriele. Sarebbero cioè stati loro a passare all’esterno i nuovi documenti riservati della Santa Sede finiti nei libri di prossima pubblicazione di Gianluigi Nuzzi Via Crucis e di Emiliano Fittipaldi Avarizia.

Tra gli addetti ai lavori i loro nomi circolavano da tempo. Erano entrambi membri della Cosea, la commissione referente sulle attività economiche vaticane che Francesco nominò a inizio pontificato con il compito di vagliare carte e conti di tutti i dicasteri, per suggerire riforme per la razionalizzazione delle spese. Monsignor Balda ne era segretario e Chaouqui, sua protetta, era uno dei membri laici, su sua stessa indicazione. Vallejo Balda, vicino all’Opus Dei, era l’unico ecclesiastico a far parte dell’organismo istituito dal Papa. La Cosea fu sciolta di lì a qualche mese, una volta esaurita la sua funzione. Furono creati due nuovi organismi: la Segreteria Economica, vero e proprio ministero dell’Economia, affidato all’arcivescovo di Sidney George Pell, e il Consiglio per l’Economia. Vallejo Balda sperava di poter diventare il numero due del nuovo dicastero, ma fu lasciato alla porta. Al suo posto Papa Francesco preferì Alfred Xuereb, maltese, già segretario particolare di Benedetto XVI, insieme a Georg Gänswein, e poi dello stesso Bergoglio. Anche per la sua protetta le cose non andarono meglio: nel nuovo Consiglio confluirono ben 5 membri della Cosea, ma il nome di Chaouqui fu lasciato fuori dai giochi. Segno che già qualcosa aleggiava nell’aria?

Sulla giovane trentenne, calabrese, sappiamo che ha un passato da Pr prima di Pavia e Ansaldo, poi nella sede romana dello studio internazionale Orrick, per approdare, infine, a Ernst & Young: era l’unica italiana, la più giovane, a far parte della commissione vaticana. Fu Vallejo Balda, come lei stessa ha raccontato, a chiamarla poco dopo l’elezione di Papa Bergoglio per chiederle il cv. Ma nelle settimane successive alla sua nomina pontificia, su di lei furono sollevati parecchi dubbi e polemiche. Si è parlato dei suoi nudi artistici sul web e di numerosi tweet apparsi sul suo profilo in cui affermava che Tarcisio Bertone era corrotto, Giulio Tremonti un omosessuale al quale per tale ragione era stato chiuso il conto allo Ior e che Benedetto XVI era malato di leucemia. Acquista poi nuova luce un’intervista rilasciata dalla Chaouqui a Denise Pardo e pubblicata sul sito dell’Espresso il 17 settembre 2013. Chaouqui non faceva mistero di aver accesso “ai documenti più riservati” della Santa Sede e neppure dell’amicizia che la legava al giornalista Gianluigi Nuzzi.

Vallejo Balda e Chaouqui, ricorda Andrea Tornielli su Vatican Insider,

“erano tornati insieme alla ribalta delle cronache nell’aprile 2014. Avevano organizzato un ricevimento sulla terrazza della Prefettura degli affari economici della Santa Sede per 150 vip, invitati a seguire dall’alto la cerimonia di canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II, con il conforto di un buffet”.

Entrambi, nel corso del fine settimana, sono stati trattenuti in stato d’arresto. Papa Francesco è stato tempestivamente informato dei provvedimenti e ha dato la sua approvazione. La ex Pr è stata però poco dopo rilasciata, perché avrebbe immediatamente collaborato con le indagini. Resta in cella il monsignore, la stessa nel Palazzo della Gendarmeria dove per cinque mesi fu rinchiuso Paolo Gabriele.

 

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