Isis decapita 25 persone a Ramadi e minaccia Usa: “Sarà nuovo 11 settembre”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Aprile 2015 - 21:23 OLTRE 6 MESI FA
Isis decapita 25 persone a Ramadi e minaccia Usa: "Sarà nuovo 11 settembre"

Isis decapita 25 persone a Ramadi e minaccia Usa: “Sarà nuovo 11 settembre”

BAGHDAD – I terroristi jihadisti del cosiddetto “Stato Islamico” hanno decapitato 25 membri della tribù Abu Faraj a Ramadi, capitale della provincia di Anbar, in Iraq, è al centro di una controffensiva lanciata dall’Isis nelle ultime ore.

Questo mentre sui social media gli jihadisti minacciano di voler “bruciare l’America in un nuovo 11 settembre”. Una campagna lanciata lo stesso giorno in cui, in Kansas, un ventenne americano è stato arrestato con l’accusa di aver pianificato un attacco suicida contro una base militare dello Stato.

L’assalto contro Ramadi è stato preceduto dall’esplosione di almeno un’autobomba e da un attacco kamikaze: nel sobborgo di Albu Faraj, gli jihadisti hanno preso di mira le centinaia di famiglie che si davano alla fuga piazzando dell’esplosivo sul ponte che porta verso Ramadi. Nella zona, ora controllata dall’Isis, sono state decapitate almeno 25 persone, 37 secondo altre fonti, colpevoli di non aver consegnato le armi e di non essersi uniti ai terroristi in vista della battaglia contro le forze governative di Baghdad.

Il premier iracheno Haidar al Abadi ha infatti annunciato che dopo “la liberazione di Tikrit” l’offensiva anti-Isis si sarebbe rivolta proprio verso la regione di al Anbar. E non più verso Mosul, autoproclamata capitale dello Stato islamico nel nord del Paese.

Intanto, l’Isis torna a spargere orrore e terrore: a Falluja è stata pubblicata e annunciata nelle moschee una lista di 100 persone da uccidere “perché non hanno giurato fedeltà” al Califfato. La città è circondata dalle forze irachene e dagli alleati sciiti che si preparano a riconquistarla.

A sud della roccaforte Mosul, i jihadisti hanno invece ucciso a sangue freddo con colpi di arma da fuoco alla testa una decina di “medici che si erano rifiutati di prestare cure ai miliziani feriti”. La strage è stata ripresa in un video diffuso dai canali satellitari iracheni.

E continua anche la guerra di propaganda: lo Stato islamico ha lanciato una campagna mediatica sui social creando l’hashtag #WewillBurnUSAgain (bruceremo ancora l’America) minacciando un altro 11 settembre e attacchi dei lupi solitari.