Kirghizistan, scontri etnici e violenze: è ‘crisi umanitaria’, fino a 2 mila morti

Pubblicato il 18 Giugno 2010 - 12:11 OLTRE 6 MESI FA

kirghizistanLe violenze etniche nel sud del Kirghizistan, a Osh e Jalalabad, potrebbero avere fatto fino a 2 mila morti. Gli Uzbeki denunciano che si tratta di genocidio, parlano di stupri punitivi e uomini bruciati. La presidente a interim del Kirghizistan, Roza Otunbayeva, è arrivata per una visita nel sud del Paese, e teme che i morti siano molti di più degli ufficiali 191 morti: potrebbero arrivare anche a 2.000, mentre gli sfollati sono circa 400.000 secondo i dati Onu.

“Sono venuta qui per parlare con la gente e per sentire cosa dice su quanto è accaduto”, ha detto, respingendo le critiche di quanti accusano il governo provvisorio da lei presieduto, salito al potere con l’insurrezione in aprile che ha rovesciato il presidente Kurmanbek Bakyev, di non aver fatto nulla per contrastare le violenze di questi giorni: “Lasciateci un po’ di speranza! Smettete di ripetere che noi non facciamo nulla”, ha detto la Otunbayeva. Il governo provvisorio nei giorni scorsi ha chiesto alla Russia l’invio di un sostegno militare, che Mosca ha negato. In seguito ha dichiarato di essere in grado di gestire da solo la situazione.

L’inviato Usa nel Kirghizistan, Robert Blake, ha descritto la situazione nel sud del Paese come una “crisi umanitaria”, si è detto preoccupato per la violenza interetnica che continua e ha chiesto una “inchiesta indipendente” sui fatto. Parlando dal vicino Uzbekistan ha detto che “gli Stati Uniti sono molto preoccupati dalle notizie sulle violenze che continuano nel sud del Kirghizistan”. Ha quindi fatto urgentemente appello al governo a interim kirghizo perché “prende provvedimenti immediati per fermare la violenza”.

Blake, che si trova ad Andigian, nell’est dell’Uzbekistan, ha detto che è in corso una “crisi umanitaria” e ha lodato il governo dell’Uzbekistan per aver “agito tempestivamente e in modo costruttivo per accogliere tanti rifugiati colpiti”, facendo per loro un “lavoro enorme”. “Tenuto conto del numero importante di rifugiati uzbeki (fuggiti dal Kirghizistan) in Uzbekistan, le cui testimonianze vanno ascoltate, l’inchiesta da parte del Kirghizistan deve essere affiancata da un’inchiesta condotta da un organismo indipendente”.

L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ritiene che si debba “lavorare su uno scenario di un milione di persone, tra cui 300 mila profughi, coinvolti direttamente o indirettamente” nelle violenze in Kirghizistan, come ha detto oggi a Ginevra Giuseppe Annunziata, responsabile del coordinamento degli aiuti di emergenza dell’organizzazione. Secondo Annunziata, in particolare 700 mila sarebbero i profughi all’interno del paese, mentre 300 mila potrebbero essere riusciti ad attraversare il confine per sfuggire alle violenze.