Tensione in Libia, 9 morti negli scontri e per oggi è prevista la “giornata della collera”

Pubblicato il 17 Febbraio 2011 - 08:24 OLTRE 6 MESI FA

TRIPOLI – E’ di almeno 9 morti il bilancio degli scontri di mercoledì tra manifestanti antigovernativi e polizia ad Al Baida, nell’est della Libia. Lo riferiscono siti di opposizione e Ong libiche, anche se altre fonti parlano di 13 vittime.

Oltre alle vittime decine di persone sono rimaste ferite. La protesta è iniziata a Bengasi, nell’est della Libia, quando circa duemila persone che protestavano contro l’arresto di un attivista per i diritti umani si sono scontrate con le forze dell’ordine e contro-manifestanti sostenitori di Muammar Gheddafi.

La tensione è destinata ad aggravarsi: per giovedì è attesa una ‘giornata della collera’, convocata via internet dell’opposizione libica. Le violenze in Libia sono scoppiate mentre il resto del Nordafrica era relativamente calmo. Ma proteste antigovernative sono proseguite nello Yemen, con due morti ad Aden, e nel Bahrein, dove la popolazione sciita chiede alla dinastia sunnita maggior partecipazione al potere. I disordini nella seconda città della Libia, e capoluogo della Cirenaica – a circa 1.000 km da Tripoli – hanno innescato oggi la pronta reazione del regime, con raduni a sostegno di Gheddafi in diverse città mentre sono stati scarcerati 110 militanti del ‘Gruppo islamico combattente’.

Il leader libico, che è stato esortato da Amnesty International a tollerare le proteste, in particolare si è concesso un bagno di folla all’inaugurazione di uno stadio a Tripoli. Da Bruxelles l’alto rappresentante della politica estera della Ue Catherine Ashton ha chiesto alle autorità libiche di dare ascolto ”alle richieste dei manifestanti e alle voci della società civile”. Secondo informazioni concordanti giunte da Bengasi – spesso focolaio di tensioni contro il regime di Gheddafi – a protestare erano in maggior parte famigliari di detenuti uccisi nella repressione di una rivolta nel carcere Abu Slim di Tripoli nel 1996 (oltre mille morti), che chiedevano la liberazione del legale che li rappresenta, Fethi Tarbel, arrestato per ”aver diffuso false informazioni”, e poi rilasciato dopo poche ore.