ROMA – Lo scatto più noto rimane quello di Che Guevara mentre fuma il sigaro issato all’angolo destro della bocca (è del gennaio del 1963, si vende ancora oggi a milioni di esemplari su poster, cartoline, magliette, ma chi la compra quasi mai ne conosce l’autore) ma René Burri, uno dei più grandi fotografi del ‘900 morto in Svizzera dopo una lunga malattia, ha ritratto icone della cultura come Picasso, Giacometti e Le Corbusier, icone del mondo del cinema dello spettacolo come Ingrid Bergmann e Ursula Andress a cui rubò lo sguardo, e in alcuni casi, quello che non volevano mostrare.
Volti sì, ma non soltanto. Nato a Zurigo nel 1933, Burri fotografò anche gente comune incontrata, ad esempio, in Vietnam e Brasile e spesso l’architettura in ogni sua declinazione: edifici monumentali, nei confronti del contesto urbano. Prima della fotografia le passioni del fotografo svizzero furono non a caso quelle della pittura e del cinema e fu per tale motivo e per migliorare le sue conoscenze che decise di frequentare la scuola d’arte di Zurigo dove ebbe l’opportunità di studiare composizione, pittura e disegno.
Finita la scuola cerca di dare seguito a questa passione tentando il mondo del cinema, ma le opportunità date dalla Svizzera in quel periodo erano davvero limitate. Decide quindi di dedicarsi alla fotografia che molto si avvicina al mondo del cinema. Nel 1950, all’età di 17 anni, entra quindi alla scuola di fotografia della sua città.
E’ in questi anni che inizia a lavorare come regista ed a realizzare i suoi primi documentari. Contemporaneamente inizia ad usare la sua prima macchina fotografica, una Leica. Nel 1955 il suo amico Werner Bischof lo avvicina, mettendolo in contatto con l’agenzia Magnum Photos dove presenta il suo reportage sulla realtà dei bambini sordomuti.
Il reportage, con grande soddisfazione dello stesso Burri, venne pubblicato sulla prestigiosa rivista Life nonché su altre importanti riviste europee. Entrato a far parte della scuderia di Magnum Photos inizia la sua intensa attività come fotografo di reportage in giro per il mondo per realizzare i lavori commissionati da Magnum. Questi furono gli anni in cui Burri si recò in Italia, Cecoslovacchia, Turchia, Egitto ed altri paesi. Nel 1959 diventa membro Magnum.
Pubblica il suo lavoro sulla Germania a cura di Robert Delpire e con l’introduzione di Jean Boudrillard. Realizza sempre negli anni Sessanta altri importanti reportage. Sono da ricordare infatti quello del 1963 su Picasso e successivamente quelli su Giacometti e Le Corbusier. Sempre nel 1963 realizza il ritratto di Fidel Castro e di Che Guevara. Nella seconda metà degli anni Sessanta e negli anni Settanta lavora in Egitto, Israele, Vietnam e Beirut. Nel 1982 diventa presidente della Magnum Photos. Nel 1991 viene nominato Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dallo Stato Francese e nel 2004 viene realizzata una grande retrospettiva che nel 2005 è arrivata anche in Italia per la prima volta.