“Pattuglia e scuola, vita da soldato in Libano”. Il generale Bettelli a Libero

Pubblicato il 23 Aprile 2013 - 14:19| Aggiornato il 12 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

BEIRUT – Nel Sud del Libano a presidio di una fascia di sicurezza lunga 80 km e profonda dai 4 ai 30 km, opera la missione internazionale Unifil (United Nation Interim Force in Lebanon) sotto l’alto comando del Generale di Divisione, Paolo Serra. Nel settore ovest, lì dove operava Hezbollah, il partito sciita di Dio, dove erano insediati i campi di addestramento e le postazioni di attacco dall’Olp contro Israele, c’è la famosa postazione 1-31-Alfa controllata dal generale Antonio Bettelli, comandante della Brigata  aeromobile Friuli.

Il generale Bettelli, raggiunto dal quotidiano Libero, ha raccontato la sua vita da soldato nel sud del Libano. Alla penna di Leonardo Piccini ha spiegato il senso della missione Onu in un territorio tanto difficile e pericoloso. La sua brigata è stata spedita laggiù da cinque settimane e tra non molto saranno di ritorno:

L’operazione Leontespiega – che definisce i nostri compiti dopo la guerra del 2006 tra Libano e Israele, conta sette anni di missioni. Noi siamo il tredicesimo contingente italiano che si avvicenda nel Sud del Libano ogni sei mesi”.

Per Bettelli il segreto di una missione di pace, come è quella di Unifil, risiede in due principi cardine:

La credibilità e l’imparzialità del consenso. La credibilità è data dalla legittimità internazionale, ma anche dal consenso dello stesso governo libanese. Esiste poi un’altra forma di consenso importantissimo: quello della gente, che apprezza una forza militare straniera che opera fornendo supporto alla popolazione e alle autorità. […] Infine non si può prescindere dall’efficacia dello strumento militare, che non è volto a contrastare nessuno, ma a garantire la capacità d rimanere in loco anche nel caso in cui la situazione dovesse deteriorarsi.

Gli uomini della sua brigata opera a ridosso della cosiddetta Blue Line, la linea di demarcazione tra Libano e Israele. Che non è un vero e proprio confine, spiega, ma una linea tracciata sulla base di armistizi tra i due paesi. La missione è preposta anche al pattugliamento di quel “confine”. Ma, sottolinea il generale Bettelli,

Conduciamo attività di contatto con i 108 villaggi della zona, impiegando i nostri team medici per fornire assistenza sanitaria di tipo ambulatoriale. […] Abbiamo poi avviato un’attività di locational training ossia di supporto alla formazione scolastica a favore di alcune municipalità alla periferia di Tiro. […] I nostri capi officina si sono messi a disposizione per otto sabati.

Bettelli ne è sicuro, questa missione ha portato stabilità nel Sud del Libano: in breve periodo la ricostruzione è già arrivata al 60-70% degli edifici.