Per cosa ricorderemo questo 2026? Per il tipo che si è travestito da sua madre morta per incassarne la pensione? Per le vicende di Garlasco e della “famiglia del bosco”? O per il continuo precipitare dell’Italia verso il baratro? Ma andiamo a vedere la consueta top ten delle cose più folli avvenute quest’anno.
Al decimo posto le parole del capo della Protezione civile, Fabio Ciciliano, pronunciate durante un’assemblea pubblica a Pozzuoli dopo l’ennesimo sciame sismico ai Campi Flegrei: “Un terremoto di quinto grado? Cadono i palazzi e conto i morti”. Altro che Protezione civile: qui siamo ormai alla rassegnazione civile.
Al nono il bambino di quattro anni che ha chiamato la polizia, furioso: “Mia madre sta mangiando il mio gelato”. Chissà per cosa chiamerà tra qualche anno.
Poco più su il poliziotto radiato perché fingeva di lavorare premendo ripetutamente il tasto “z”. Avesse cambiato lettera ogni tanto, forse non se ne sarebbe accorto nessuno. Anzi, sicuro.
Al settimo posto la vicenda del disabile travolto in strada da un’auto pirata e multato dalla polizia con 42 euro: “Doveva camminare sul marciapiede”. Visto l’andazzo, presto multeremo anche i giovani: “Colpa vostra, dovevate andarvene via prima dall’Italia”.
Al sesto il tipo che si è travestito da madre morta per incassarne la pensione. Come ovvio, la notizia ha fatto il giro del mondo. Il solito genio italico da esportazione.
Un gradino più su l’ottima nuova metro Colosseo, davvero bellissima, ma afflitta dal solito vizietto italico – e romano: dopo poche ore, raccontano, le scale mobili sono andate in panne. Ci eravamo quasi illusi di essere migliorati. Forse, noi italici, dovremmo esportarci tutti su un altro pianeta.
Al quarto posto la deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli che, non si sa bene perché, nello studio di Tagadà ha iniziato ad abbaiare in diretta. Una perla che porteremo con noi nel 2026. E forse per sempre.
Sul gradino più basso del podio le vicende di Garlasco e della “famiglia del bosco”. Sull’orlo della guerra e della crisi economica, gli italiani hanno dimostrato di sapere bene a cosa interessarsi: l’omicidio di Chiara Poggi e la famiglia nel bosco. Magari un giorno potremmo provare a occuparci un po’ di più anche della cosa pubblica. Così, per provare.
Al secondo posto, anche se il materiale non mancava sul tema, il video postato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump su Gaza. Quello che passerà alla storia come Trump-Gaza. Un’ottima sintesi di ciò che è diventata la politica. E di ciò che siamo diventati noi elettori.
Al primo posto non possono che esserci le contraddizioni della destra di governo. Tanti i file d’archivio riesumati in un solo anno: la Santanché del 2013 (“Caso Idem? Se fosse successo a una di noi del centrodestra, saremmo già state cacciate”); la premier Giorgia Meloni che da Cutro giurava guerra agli scafisti (“Darò la caccia agli scafisti per tutto il globo terracqueo”); Salvini a favore del reddito di cittadinanza (“Uno strumento giusto, ci credo”), del salario minimo (“Il lavoro è dignità”), del Superbonus (“Rinnovarlo è fondamentale”); Meloni contro il canone Rai (“Va abolito, inserirlo in bolletta è un abuso”), a favore del tetto alla pressione fiscale in Costituzione (“Una proposta geniale”). E potremmo citare anche le accise e, perché no, l’ottimo Salvini d’annata sul Ponte sullo Stretto: “Sta in piedi? Quanto costa? Prima bisogna fare quello che serve”.
Potremmo andare avanti per ore. Potremmo, ma servirebbe a qualcosa? Forse no. A noi italiani, in fondo, della politica non frega più niente. Ci siamo rassegnati ormai a questo precipitare. Non facciamo più figli, guadagniamo sempre meno, i prezzi salgono sempre di più e il lavoro – precario e povero – ci permette a malapena di pagare affitto, spesa o mutuo. Per il 2026, insomma, è tutto un fiorire di ottimismo. Auguri.