Accise, odiato balzello che vale per lo Stato 30 miliardi: cos’è, come finirà? non illudiamoci, non lo toccheranno

Le accise, odiato balzello che vale un tesoretto da 30 miliardi. Di che si tratta? Comd andrà a finire in questo boom dei prezzi del carburante? Non illudiamoci. Non lo toccherà nessuno.

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 20 Marzo 2022 - 11:48 OLTRE 6 MESI FA
Le accise, odiato balzello che vale un tesoretto da 30 miliardi: non illudiamoci, non lo toccherà nessuno, forse

Le accise, odiato balzello che vale un tesoretto da 30 miliardi: non illudiamoci, non lo toccherà nessuno, forse

Accise sui carburanti? E chi le tocca, meglio non farsi eccessive illusioni. È un tesoretto da 30 miliardi, è la quarta entrata dello Stato. Dopo Irpef, IVA, Ires.

Certo, si potrebbe  limare qualcosa come ha fatto già la Francia. Ma anche Oltralpe il bonus durerà tre mesi. Macron perderà 2 miliardi ma fa una bella figura, almeno fino al 30 giugno.  Se Draghi facesse altrettanto – magari allungando il bonus ad un anno – perderebbe minimo il triplo. Ergo, lo sconto alla francese, cioè 15 centesimi sulle accise al netto dell’IVA, non si farà. Amen.

ACCISE, COSA SONO?

L’accisa è così definita dalla Enciclopedia Treccani.

Imposta indiretta a riscossione mediata, pagata cioè dai produttori o dai commercianti, che colpisce determinati beni (oli minerali, energia elettrica, alcolici, tabacchi) al momento della produzione o del consumo ( imposta di fabbricazione).

Il soggetto passivo (o acciso) è il produttore o il venditore, mentre il soggetto inciso dall’imposta è il consumatore finale del bene, dal momento che l’onere del tributo viene in genere traslato in avanti sul prezzo di vendita.

PROBLEMA NON SOLO ITALIANO MA EUROPEO

È vero che il nostro Paese applica il maggior carico di accise sul diesel (617,4 euro ogni mille litri) ma è altrettanto vero che un litro di gasolio si paga allo stesso modo in Germania  Francia e Regno Unito. Idem la benzina. Ci sono poi quattro Paesi (Norvegia, Svezia, Danimarca, Belgio) che alla pompa hanno prezzi addirittura superiori a quelli applicati in Italia. Pescano dai derivati del petrolio per finanziare la spesa pubblica; per sostenere il loro avanzato welfare.

NESSUNO HA MAI TAGLIATO LE ACCISE

Queste odiose imposte sui carburanti utilizzati per l’autotrazione – benzina, gasolio, Gpl è metano – sono balzelli introdotti per far fronte ad emergenze come terremoti, crisi migratorie, finanziare missioni di pace, eccetera. Ma non si tratta di una esclusiva italiana.

Anche altri Paesi ricorrono a questi prelievi (facili, comodi, immediati, redditizi) ma non con la nostra sfacciataggine al limite dell’insolenza. Avanti senza pudore, senza ritegno. Pura faccia tosta. Sfrontatezza no-limit. Le accise sono 19 e 19 restano. Di più: dal 1995 sono blindate un un unico blocco granitico. Non si può toglierne una o due, crollerebbe  il Sistema. Eppure talune accise restano, anche se sono cadute le motivazioni che le hanno prodotte.

DRAGHI PREPARA UN PIANO ANTI-CRISI

Lo ha detto prima di lasciare il vertice di Versailles, lo ha ripetuto a Roma. Tra le priorità, secondo me, c’è quella di sciogliere le catene social che scatenano la psicosi dell’assalto agli scaffali per fare razzie di pasta. Così  si rischia di alimentare le speculazioni . Quanto alle accise conviene mettersi il cuore in pace. Se ancora paghiamo per la guerra in Etiopia (1935-1936), per la crisi di Suez (1956) , per il disastro del Vajont (1963) , per l’alluvione di Firenze (1966) o per il terremoto del Belice (1968), sarà difficile che qualcosa cambi. O no?