Benzina, accise e Iva gonfiano il prezzo: le proposte di taglio Iva, e i benzinai chiedono l’accisa mobile

Il prezzo della benzina è gonfiato da accise e Iva. Fin qua non c’è niente di nuovo, è una cosa risaputa da anni. Ma è possibile calmierare questi costi “accessori” ora che il prezzo del carburante sta salendo alle stelle per via della guerra in Ucraina

Per questo ci sono in campo varie proposte per contenere i costi. Nel mondo della politica si pensa soprattutto al taglio dell’Iva. I benzinai propongono invece l’introduzione dell’accisa mobile. Tutti sono d’accordo nel considerare inaccettabile il prezzo di verde e diesel superiore ai due euro al litro. Anche perché così si mettono in crisi interi comparti. Già gli autotrasportatori minacciano scioperi. I pescherecci si sono già fermati.

Costo benzina: chi chiede la sterilizzazione dell’Iva

Un’apertura in questo senso arriva dal relatore della legge di conversione del decreto bollette alla commissione Attività produttive della Camera, Luca Squeri (di Forza Italia), che proporrà la sterilizzazione dell’Iva sui carburanti, per la parte dovuta agli aumenti dei prezzi.

“Comincia ad essere una cifra significativa, 10 centesimi al litro, è poco rispetto all’impennata dei prezzi ma almeno è qualcosa”, dice Squeri alla Camera dove il ddl ha iniziato il suo percorso. L’iter vedrà una raffica di audizioni, almeno cento entro martedì, e poi mercoledì 16 il termine per presentare gli emendamenti. “Speriamo che ci siano risorse aggiuntive, sarebbe davvero opportuno”, dice il relatore.

Un taglio di 10 cent al litro è bocciato come non sufficiente dalle associazioni dei consumatori. Per il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, “l’Iva va azzerata del tutto, almeno fino al termine dell’emergenza”. Mentre il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona, chiede “una riduzione di 30 cent delle accise” finché le tensioni sui mercati non finiranno.

Chi vuole lo stop alle accise (o l’accisa mobile)

Una richiesta analoga arriva dalla politica con la Lega che propone uno stop alle accise fino al ripristino del livello dei prezzi medi comparabili con quelli dell’ultimo trimestre dell’anno 2019.

Un’altra proposta è quella dei gestori degli impianti di carburanti che chiedono di ripristinare l’accisa mobile o anticiclica. Si tratta di una misura che è stata introdotta dalla legge finanziaria del 2008 e che consentirebbe, spiegano Faib Confesercenti, Fegica Cisl, Figisc/Anisa Confcommercio, “da una parte di sterilizzare gli aumenti dell’Iva e, dall’altra, di creare un minimo di stabilità per famiglie ed operatori economici”.

Per accisa mobile si intende un sistema flessibile che fa diminuire il costo delle accise in maniera inversamente proporzionale all’aumento del costo del greggio. Cioè, se il costo del greggio aumenta di tot, il costo delle accise deve diminuire di tot.

Finché non saranno ascoltati, i benzinai annunciano che terranno spenta l’illuminazione degli impianti in modalità Self-service nelle ore notturne da lunedì 14.

Anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante il question time alla Camera riconosce che quanto fatto per contrastare l’energia per famiglie e imprese “non è sufficiente” nonostante l’intervento di sostegno da 16 miliardi, che “paiono grandi numeri” e si impegna a lavorare a nuove misure.

Quali sono le accise sulla benzina

Ecco alcune delle accise che pesano sul costo della benzina in Italia:

  • 0,00723 euro per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
  • 0,00516 euro per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963;
  • 0,00516 euro per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966;
  • 0,00516 euro per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968;
  • 0,0511 euro per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976;
  • 0,0387 euro per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980;
  • 0,114 euro per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
  • 0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
  • 0,005 euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
  • 0,0051 euro per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009;
  • 0,0071 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
  • 0,04 euro per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;
  • 0,0089 euro per far fronte all’alluvione che ha colpito Liguria e Toscana nel 2011;
  • 0,082 euro per il decreto “Salva Italia” del 2011;
  • 0,02 euro per la ricostruzione dopo il terremoto in Emilia del 2012;
  • 0,005 euro per il finanziamento del “Bonus gestori” del 2014;
  • 0,0024 euro per il finanziamento del “Decreto Fare” del 20214.
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